Alcuni giorni fa un gioielliere di Pisa è rimasto vittima di una rapina per la terza volta nel giro di poco tempo. Nell’ultimo scontro è stato accoltellato alla gola e al petto riportando gravi ferite e da allora si è dotato di un’arma per potersi difendere dai continui assalti. Nei giorni scorsi due individui sono penetrati nel suo negozio armi alla mano, minacciando di uccidere il gioielliere e la consorte se non avessero consegnato tutto. L’uomo, già traumatizzato dalle precedenti rapine, non ha esitato a sparare al rapinatore per difendere la vita della moglie.

Il bandito è morto e molte persone sono affrante per questo lutto, in particolare i detenuti del carcere di Pisa con i quali aveva convissuto molti anni, che hanno organizzato una raccolta fondi per sostenere la famiglia.

Dal carcere Don Bosco 2.000 euro per il rapinatore ucciso

Dei due rapinatori che nei giorni scorsi hanno fatto l’irruzione nella gioielleria di Pisa uno è scappato ed è stato diramato un identikit da parte della Polizia; vi erano anche altri complici che sono tuttora ricercati. Al carcere Don Bosco di Pisa la morte del rapinatore durante il furto nella gioielleria ha fatto scattare una raccolta di fondi destinati alle due figlie del quarantatreenne Simone Bernardi, originario di Aprilia, che era uscito di galera da poco, dopo aver scontato diversi anni per furto.

Martedì scorso è avvenuta la tentata rapina finita tragicamente per Simone Bernardi, che lascia due figlie minorenni. Il rapinatore era molto conosciuto perché aveva trascorso molti anni in carcere e aveva iniziato una relazione sentimentale con una volontaria che teneva dei corsi di rieducazione nella casa circondariale. A casa della donna, che non era a conoscenza del fatto che l’uomo avesse ripreso a commettere rapine dopo l’uscita dal carcere, la polizia ha requisito molti oggetti appartenenti al rapinatore ucciso.

I circa 2.000 euro che sono stati raccolti grazie alla colletta dei detenuti saranno consegnati alla ex moglie di Bernardi e alle figlie.

Solidarietà per il gioielliere e fiaccolata di protesta contro i rischi della zona

Il gioielliere che ha sparato si chiama Daniele Ferretti, ha 69 anni ed ha reagito in seguito alla minaccia del bandito che ha puntato una pistola alla tempia della moglie.

La tutela del commerciante è stata affidata a due legali che dovranno documentare la legittima difesa mediante un video girato all’interno della gioielleria. In città si moltiplicano le iniziative di solidarietà nei confronti del gioielliere ed è stata realizzata una fiaccolata per far capire quanto sia precaria la situazione del quartiere dov’è avvenuta la rapina.