Il sistema era sicuramente originale. Alcuni carcerati dell’istituto penitenziario di Pesaro hanno inventato una carrucola artigianale, attraverso cui introducevano sostanze psicotrope e altri oggetti proibiti all’interno della struttura. Scoperto dai Baschi Azzurri della polizia penitenziaria, il traffico clandestino di tre ospiti coatti della struttura carceraria è stato bloccato sul nascere. Per dialogare con l’esterno, e procurarsi la merce necessaria a soddisfare le richieste dei compagni di detenzione, gli abili e creativi carcerati usavano uno smartphone tenuto nascosto in una busta di cereali.
Traffico di sostanze psicotrope all’interno del carcere
“Hanno inventato una carrucola, costruita in modo artigianale, per poter introdurre all'interno del carcere sostanze psicotrope. Sono tre i detenuti che hanno creato questo ingegnoso sistema. Una volta introdotta la merce all'interno, spacciavano i psicofarmaci, e altri oggetti non consentiti, distribuendoli tra i diversi reparti della struttura carceraria di Pesaro. Pensavano di poter eludere i sistemi di sicurezza e la sorveglianza degli agenti penitenziaria – ha spiegato Nicandro Silvestri, segretario regionale del Sappe delle Marche - Ad inchiodarli sono stati I sistemi di video sorveglianza, che hanno permesso all’agente in postazione nella sala regia di cogliere in flagranza il traffico sospetto dando l'allarme agli altri colleghi in servizio. Subito andati a controllare gli agenti hanno fermato i tre uomini, i quali sono stati deferiti alla procura della repubblica di Pesaro”.
Ulteriori controlli da parte degli agenti, eseguiti il giorno successivo, hanno permesso di individuare, celato all’interno di una busta di cereali, lo smartphone con cui uno dei detenuti teneva i contatti con i pregiudicati esterni che gli procuravano la merce.
Operazione riuscita grazie alla professionalità degli agenti
Il sistema carcerario è in crisi.
Troppi detenuti e pochi agenti di polizia penitenziaria che possano controllare tutto ciò che accade all’interno della struttura. L’allarme viene lanciato dal segretario generale del Sappe, Donato Capece: “Esprimo grande soddisfazione per il comportamento altamente professionale degli agenti di polizia penitenziaria del carcere di Pesaro - e sottolinea - Questa azione dimostra quanto sia essenziale avere un sistema di videosorveglianza che funzioni in modo efficace, e quanto sia importante che i presidi di sicurezza e gli agenti penitenziari abbia a disposizione tutte le dotazioni tecnologiche.
Colgo l'occasione con questo successo di Pesaro per invitare tutte le amministrazioni penitenziarie affinché l'implementazione e la manutenzione degli impianti di sicurezza come questi sia costante e continua.Questi strumenti sono di grande sostegno per gli agenti di polizia penitenziaria viste le criticità legate alla cronica carenza di organico. Ma ricordo che nessun sistema tecnologico potrà mai sostituire gli agenti in servizio”.