Dalla mattinata di oggi, fino al primo pomeriggio, è stato registrato un piccolo sciame sismico presso le isole eolie. Si sta parlando di scosse di piccola-media entità, anche se la più forte ha raggiunto la magnitudo di 3.3 gradi della scala Richter. I movimenti tellurici hanno avuto lo stesso epicentro, e la profondità è sempre oscillata tra i 9 e i 15 km di profondità, dunque si tratta di fenomeni abbastanza superficiali. La prima scossa è avvenuta alle 5:26, con una magnitudo di soli 2.1 gradi.

Tra le 9:50 e le 10:05 il lieve Terremoto si è ripetuto e, secondo gli esperti, ha avuto lo stesso epicentro e profondità.

In particolare, l'epicentro è stato individuato nella porzione di mare tra l'isola di Lipari e quella di Salina. L'ultima scossa è avvenuta alle 16:39 minuti. Gli studiosi continueranno a monitorare costantemente la situazione nelle prossime ore.

L'energia espressa come magnitudo

La magnitudo deve essere intesa anche come una forma di misura dell'energia. Spesso anche i media tendono a "misurare" l'intensità di un terremoto come una forma di "punteggio", ma non è così. La scala Richter è una scala logaritmica, ciò significa che tra due sismi che differiscono tra loro di un solo punto, in realtà vi è una differenza di quasi 32 volte. Esattamente 31.6.

Questo aspetto ci fa capire quanto siano realmente distruttivi i movimenti tellurici che in Giappone sfiorano i 9 gradi Richter.

Il Mediterraneo, nonostante sia stato teatro di fenomeni piuttosto violenti, non si è mai reso protagonista di scosse di tale entità. La magnitudo, senza dubbio, è una componente fondamentale per la descrizione di un evento sismico, ma anche altri aspetti risultano importanti.

La profondità alla quale si verifica una scossa, il tipo di terreno e la facilità o meno con cui si propagano le onde sismiche, sono solo alcuni dei fattori concatenati.

La scarsa profondità, come ben si intuisce, è uno di quei fattori che determina la pericolosità di un terremoto. Infine vi è la "questione terreno". Per anni si è discusso quale, tra fondo sabbioso e roccioso, sia il più "trasmissivo". Si è sempre sostenuto che i primi fossero migliori, in quanto capaci di "attutire" le scosse.

In seguito, invece, si è scoperto come i terreni rocciosi siano superiori. La sabbia, difatti, è sensibile alla presenza di acqua, e questo può causare il cosiddetto effetto "liquefazione". Inoltre sui fondi sabbiosi si può determinare la "amplificazione sismica locale".