L'aspetto più inquietante di questa vicenda è che gli altri partecipanti al festino a base di "Mdma", potentissima metanfetamina, per niente pentiti di essersi "sballati" perché era una loro pratica abituale, non riescono a spiegarsi l'accaduto. A soli 16 anni, la più giovane del gruppo, Adele De Vincenzi, è morta l'altra notte all'ospedale Galliera di Genova, in seguito ad un arresto cardiaco provocato da una pasticca di ecstasy che aveva assunto proprio a quel festino. La polizia ha arrestato il fidanzato della ragazza, Sergio Bernardin, e un altro amico, Gabriele Rigotti, entrambi maggiorenni.

Da ragazzi "normali" e incensurati quali sono, ora sono "sconvolti": prima di questa tragedia, nessuno del loro gruppo si era mai sentito male dopo essersi impasticcato.

Il rituale dello "sballo"

L'ultima sera della sua vita, venerdì scorso, Adele De Vincenzi, studentessa genovese di soli 16 anni, l'ha trascorsa ad un festino in un appartamento nel quartiere San Martino. Era in compagnia del fidanzato, Sergio Bernardin, di 21 anni, al quale sulla sua pagina Facebook era solita dedicare parole d'amore. È stato in quella casa che Adele con Sergio, un altro amico, Gabriele Rigotti di 19 anni e un'altra ragazzina si sono "calati" l'ecstasy. Non era certo la prima volta che accadeva, anzi, era il loro "rito" del fine settimana.

Un modo in cui da "bravi ragazzi figli di gente perbene" - come sono stati descritti dagli inquirenti - cercavano di trasgredire e di liberarsi dalle pene della vita quotidiana. Dopo essersi "sballati", i giovani sono usciti per proseguire la serata in centro. Ma il "copione" dello sballo è drammaticamente saltato quando Adele, arrivati nei pressi della stazione di Brignole, ha cominciato a sentirsi male.

Da lì è iniziato un percorso, purtroppo, senza ritorno, perché l'adolescente, portata all'ospedale Galliera, è morta 40 minuti dopo il suo arrivo. La dose di "Mdma", la micidiale metanfetamina che aveva assunto, le ha provocato un arresto cardiaco, e non c'è stato più nulla da fare.

Arrestati il fidanzato e un amico

La squadra mobile di Genova ha arrestato il fidanzato di Adele, Sergio Bernardin, e Gabriele Rigotti.

La polizia ritiene che siano stati loro a fornire la droga alla minore, e ora devono rispondere di spaccio aggravato e morte come conseguenza di altro reato. La convalida dei due arresti è prevista per martedì, mentre domani l'autopsia sul corpo della povera ragazzina permetterà di stabilire cosa abbia assunto oltre alla pasticca di ecstasy che le ha provocato il decesso. Intanto gli inquirenti hanno anche identificato il pusher, un 17enne di Busalla, che gli ha venduto la sostanza stupefacente. Trattandosi di un minore, nei suoi confronti è scattata solo la denuncia. Sulla vicenda ci sono indagini sia da parte del tribunale ordinario che di quello dei minori.

Il dolore dei familiari di Adele

La famiglia di Adele è distrutta dal dolore. Appena un anno fa questa famiglia aveva dovuto affrontare un altro gravissimo lutto, la morte della mamma per una malattia incurabile. Il papà Paolo, accorso all'ospedale dove si trovava la figlia già morta, si è sentito male. Poi è tornato a casa e, insieme all'altro figlio Edoardo, ha trovato la forza per chiedere, tramite un breve comunicato, che ora venga fatto silenzio, che siano rispettati il loro strazio e la loro privacy.

Forse anche per il dolore della perdita della mamma, Adele aveva cercato di stordirsi con la droga. Sulla sua pagina Facebook aveva condensato il suo malessere in due frasi dense di significato: "Il mio futuro che è ripido e tetro. Io sempre in bilico, spirito inquieto". Ora per lei non c'è più futuro.