Uccisa al culmine di un litigio provocato dalle briciole di pane lasciate su un tavolo. Ha dovuto rielaborare mentalmente per oltre un mese l'omicidio che aveva compiuto, Dimitri Fricano, commesso di 30 anni di Biella, per riuscire a confessarlo. E' stato lui ad ammazzare lo scorso 12 giugno la sua fidanzata Erika Preti, di 28 anni, in una villa a San Teodoro nel nord della Sardegna dove la coppia si trovava in vacanza. D'altra parte, Fricano era l'unico indagato per omicidio volontario. Gli inquirenti aspettavano solo la confessione, che ora c'è.
E comunque gli indizi a suo carico sarebbero diventati a breve prove, con l'arrivo dei risultati dei rilievi della scientifica. Questione di tempo e l'arresto sarebbe ugualmente scattato.
La confessione
Ieri sera, Dimitri Fricano si è presentato nello studio dei suoi avvocati difensori, Alessandra Guarini e Roberto Onida, e ha confessato di aver ucciso la sua fidanzata Erika Preti con due coltellate alla gola. La confessione è stata poi ripetuta davanti al procuratore di Biella, Teresa Angela Camelio. Il reo confesso è stato trasferito in carcere mentre è stato avvisato Andrea Garau, procuratore di Nuoro e titolare dell'indagine. Chissà quante volte Fricano sarà tornato mentalmente a quei momenti in cui ha compiuto l'omicidio, prima di riuscire a confessare.
Dal crimine, infatti, è trascorso più di un mese. Ieri finalmente si è "liberato", ma la sua versione dei fatti dovrà essere verificata. La mattina dell'omicidio, tra lui ed Erika era scoppiata una lite perché lui aveva lasciato troppe briciole sul tavolo dove avevano appena fatto colazione. Secondo Dimitri, Erika l'avrebbe rimproverato con eccessiva severità.
Il commesso in un negozio di scarpe che è un esperto di lame e un collezionista di coltelli, ha raccontato che lei lo ha aggredito ed insultato fino a colpirlo alla testa con un fermacarte di pietra. Ma forse quando Erika l'ha colpito, tentava di difendersi da lui che probabilmente aveva già impugnato il coltello da cucina con cui poi l'ha uccisa.
Per un mese si è proclamato innocente
Dal 12 giugno fino a ieri, Fricano aveva sempre proclamato la sua innocenza agli inquirenti come ai genitori di Erika. Dopo l'omicidio, era stato proprio lui a dare l'allarme. Da subito, a poche ore di distanza dal crimine, quando gli inquirenti giunti nella villetta hanno trovato il corpo senza vita di Erika, Fricano aveva tentato di costruirsi un alibi. Aveva raccontato che lui ed Erika erano rimasti vittime di un'aggressione durante un tentativo di rapina finito nel sangue. Erika aveva avuto la peggio. L'attacco da parte di banditi avrebbe spiegato anche le ferite multiple che Dimitri presentava. Per le lesioni al capo e le ferite al braccio, era stato costretto al ricovero per due settimane all'ospedale di Olbia.
Poi, una volta dimesso, il ragazzo era tornato in Piemonte. Gli inquirenti non hanno mai ritenuto credibile questa versione dei fatti.
Vacanza finita in tragedia
Erika e Dimitri si conoscevano da molto tempo, stavano insieme da dieci anni, facevano entrambi i commessi e convivevano, a detta dei genitori della ragazza, felicemente. In Sardegna erano ospiti di una coppia di amici, per fare una vacanza di un paio di settimane. Dimitri ha più volte cambiato la versione dei fatti. Ha anche sostenuto che un uomo era entrato in casa colpendo Erika con il coltello con cui stava preparando panini in vista di una gita in barca a Tavolara. Poi l'avrebbe ferito in testa con una pietra per rubare circa 500 euro e il suo Rolex. Beni trovati nel villino dove non c'era traccia di un'irruzione, né uno scenario da rapina. Il resto lo spiegheranno i criminologi.