Un'ignobile storia arriva dagli Usa. Una donna, Rebecca Lynn Shadle, 38 anni, riceveva uomini nella sua abitazione della cittadina di Greensburg, nello Stato della Pennsylvania. Fin qui nulla di assurdo, Rebecca è una prostituta. Per 60 dollari a prestazione, però, permetteva che i clienti molestassero sessualmente la figlia, una bambina di appena 7 anni. Un sistema, a suo dire, per "arrotondare" le entrate che purtroppo andava avanti da tempo, anche se non si sa esattamente da quanto. Finché una segnalazione anonima, forse di un "pentito", ha posto fine a ciò che avveniva in quella casa degli orrori.

L'arresto

Tutto è nato da una telefonata anonima giunta a un'associazione non governativa, "Child line", l'equivalente americano del nostro "Telefono azzurro". Qualcuno ha riferito ciò che avveniva in casa di Rebecca Lynn Shadle. Non solo la donna si prostituiva, ma metteva a disposizione di clienti pedofili la sua bambina di 7 anni. Al costo di 60 dollari, questi potevano violare la sua innocenza. C'era un cliente, in particolare, che pagava spesso l'abominevole 'extra' per la piccola. A seguito della denuncia si è messa in moto la macchina della giustizia, i relativi controlli sul posto hanno portato all'arresto della donna. Su Rebecca Lynn Shadle grava ora l'accusa di sfruttamento di minori, oltre ad altri reati collegati agli abusi sulla figlia.

Insieme alla 38enne, è stato arrestato anche un cliente di 49 anni, Brian Keith Spillar, l'uomo che abusava abitualmente della minore. La bambina, intanto, era già stata data in affido dopo un'altra denuncia collegata a questi agghiaccianti fatti.

L'interrogatorio

Inizialmente Rebecca Lynn Shadle, interrogata dalla polizia, ha tentato di negare le sue responsabilità.

In seguito si è rifiutata di fare i nomi di altri due uomini che, come appurato nelle indagini, erano coinvolti nelle molestie e negli abusi ai danni della piccola. Messa sotto torchio dagli inquirenti, è crollata e ha confessato, rivelando agli investigatori che, oltre alla sua attività di prostituzione, lasciava che sotto pagamento la figlia minorenne fosse palpata dai clienti nelle parti intime.

Si è giustificata dicendo che lo faceva perché afflitta dal bisogno di soldi e per soddisfare i suoi bisogni indotti dalla dipendenza da alcol.

Ulteriori accertamenti in corso

Gli accertamenti effettuati anche sul cellulare della donna hanno permesso di verificare che almeno tre uomini abusavano della bambina. Ora la polizia si è messa sulle tracce degli altri due uomini coinvolti in questa deprecabile storia. Ma gli inquirenti stanno anche approfondendo le indagini perché c'è il sospetto che Rebecca possa avere permesso ai suoi clienti abituali di abusare sessualmente anche della figlia più piccola di soli tre anni.