Savannah Leckie, sedici anni, affetta da sindrome autistica aveva deciso di abbandonare la famiglia che si era presa cura di lei sin da bambina per tornare dalla madre biologica, la quale poco dopo averla data alla luce aveva deciso di darla in adozione. Ma questo ritorno è sfociato in tragedia, la donna infatti l'ha uccisa e ne ha bruciato il cadavere, i cui resti sono stati ritrovati in una fossa, mentre la madre assassina è stata arrestata e accusata dell'omicidio.

La storia della giovane

Savannah era stata adottata da una coppia, Tamile Montague e David Leckie, che si sono presi cura di lei amorevolmente.

Quando la coppia è entrata in crisi ed i due si sono separati la ragazza aveva continuato a vivere con la madre adottiva, un ottimo rapporto che però si è frantumato quando la donna ha trovato un nuovo compagno. Savannah non riusciva ad andare d'accordo con lui, e undici mesi fa decise di fare ritorno da sua madre, Rebecca Ruud, 39 anni, che viveva in una fattoria nel Missouri.

Una decisione che la madre biologica non aveva accolto con favore, poiché non era riuscita a stabilire un buon rapporto con la figlia e la sua presenza aveva aggravato la situazione economica della donna, come emerge da alcuni sms scambiati con la madre adottiva: "Savannah mi tratta male, non riesco ad occuparmi di lei e mi limita nel lavoro, inoltre mi costa tanti di quei soldi che temo di perdere la fattoria" scrisse.

Ma niente lasciava presagire che questo disagio sarebbe sfociato in violenza.

L'omicidio della ragazza

Il 18 luglio scorso la donna ha telefonato alle forze dell'ordine denunciando che nella sua tenuta era divampato un enorme incendio. Ai pompieri intervenuti ha detto che lei e la figlia erano rimaste bruciate, ma eluse le richieste di vedere la ragazza sostenendo che si sentisse meglio e che fosse in bagno a fare la doccia.

Poi dopo due giorni ne ha denunciato la scomparsa, sostenendo che probabilmente era rimasta impaurita dall'incendio: "ha preso uno zaino, delle coperte e si è data alla fuga".

Inizialmente nessuno aveva sospettato che la madre avesse fatto del male alla figlia, fino a quando il 4 Agosto setacciando gli 81 acri di terreno appartenenti alla donna i poliziotti hanno rinvenuto dei denti e dei frammenti di ossa in una fossa.

Gli agenti quel giorno hanno rinvenuto e sequestrato anche 26 recipienti di soda caustica, un coltello ed un tritacarne utilizzato per distruggere il cadavere della figlia.

L'arresto della donna

La conferma che i resti ritrovati dagli inquirenti appartenessero a Savannah è arrivata solo in questi giorni. Lunedì la polizia si è recata ad arrestare Rebecca, che nel frattempo stava tentando di fuggire. E' stata fermata presso una stazione degli autobus con tre bagagli. Adesso è in carcere in attesa del processo. Sconvolta la famiglia adottiva di Savannah, che fino all'ultimo aveva sperato che i resti ritrovati nella fattoria non fossero della ragazza.