Con la sessione d’esami ormai alle porte torna in auge la notizia dello sciopero dei professori e ricercatori universitari che, parentesi estiva a parte, torna a preoccupare gli studenti di moltissimi atenei italiani. La preoccupazione principale è infatti quella di rischiare di perdere un appello o addirittura la sessione intera per effetto dello sciopero indetto da più di 5000 docenti universitari di quasi 83 atenei italiani e che comporterà il mancato espletamento degli esami per il primo appello della sessione autunnale.

I docenti assicurano che verranno garantite le discussioni di tesi di laurea e che lo sciopero in questione riguarderà solo gli esami e solo il primo appello.

Le motivazioni dello sciopero

Il motivo principale che ha indotto una mobilitazione così massiva riguarda principalmente motivazioni economiche. Nel 2010, infatti, l’allora Governo Berlusconi varò il blocco scatti stipendiali di tutti gli operatori della pubblica amministrazione e quindi anche dei docenti universitari. La platea degli interessati (circa 3,5 milioni) ha subito quindi a partire dal 2011 e fino al 2015 il blocco dei cosiddetti scatti stipendiali, che ha comportato in alcuni casi una riduzione dello stipendio di circa 200 euro e una perdita ulteriore che si scaricherà sulle pensioni future.

A prescindere da questo, sebbene dal primo gennaio 2015 gli scatti sono stati sbloccati per tutte le categorie investite dalla misura, per i professori universitari lo sblocco degli scatti è stato rinviato ulteriormente. Fatta salva la matrice economica, i professori denunciano anche la più ampia problematica dei tagli ai già scarsi fondi destinati alla ricerca delle università che negli ultimi anni sono diventati sempre più costanti e consistenti.

Conseguenze per gli studenti

Cosa succederà dunque? Secondo le modalità previste dallo sciopero i professori aderenti dovrebbero semplicemente astenersi dallo svolgimento degli esami previsti per il primo appello della sessione autunnale rimandando così gli studenti a presentarsi direttamente all’appello successivo.

Tuttavia in alcuni atenei e facoltà non sempre la sessione autunnale prevede più di un appello e in questo caso per evitare che gli studenti si trovino a perdere un’intera sessione d’esame dovrebbe essere riprogrammato un ulteriore appello straordinario. La procedura tuttavia non sarà automatica poiché per indire appelli straordinari è comunque necessario l’intervento diretto dei vari rettori. Inoltre, sebbene la lista dei professori aderenti allo sciopero sia reperibile e consultabile online (annoverando circa il 10% dell’intera popolazione dei docenti universitari) molti altri potrebbero decidere di scioperare successivamente, eventualmente anche il giorno stesso dell’esame. Si presume tuttavia che non ci saranno particolari disagi nello svolgimento degli esami e che gli studenti rischieranno più che altro di dover rinviare l’esame di almeno 14 giorni rispetto a quanto preventivato.