L'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, comunemente noto con l'acronimo OCSE, ha reso pubblico un focus circa gli stipendi degli insegnanti delle scuole di tutti gli ordini e i gradi, mettendoli a confronto con gli stipendi dei docenti delle Università. Secondo il focus, la quantità della retribuzione interferisce direttamente con la motivazione che gli insegnanti dovrebbero avere nello svolgere il loro lavoro.

I paesi europei più avvantaggiati e più svantaggiati

In una decina di anni, tra il 2004 e 2015, in Italia si è registrata una diminuzione degli stipendi degli insegnanti, pari al 7%.

Questi punti percentuali sono stati messi a confronto con quelli relativi alle retribuzioni dei docenti nel resto dei paesi dell'Europa. Un esempio concreto è quello della Germania. Sempre nell'arco di tempo suddetto, i docenti tedeschi hanno avuto l'opportunità di veder crescere i propri stipendi del 10%. Altro caso degno di menzione può essere quello dell'Irlanda, in cui gli stipendi agli insegnanti sono lievitati di ben 13 punti percentuali nel corso di dieci anni. Sia la Francia che la Grecia si rivelano essere vittime dalla stessa sorte dell'Italia. I docenti francesi e greci, infatti, hanno visto dei cali delle retribuzioni pari a circa il 5% per i primi, il 30% per i secondi.

Le opinioni dei docenti universitari

Secondo Michele Girardi, professore al dipartimento di Musicologia e beni culturali dell'Università di Pavia, è arrivato per i docenti il momento di far sentire la propria voce. Peraltro, i docenti universitari hanno raccolto ben 5400 firme per uno sciopero a livello nazionale, promulgato dal Movimento per la dignità della docenza universitaria.

Professori e ricercatori di ben 79 atenei italiani sono d'accordo riguardo all'astensione dalle sessioni per gli esami autunnali, corrispondenti al periodo compreso tra il 29 agosto ed il 31 ottobre 2017. Il motivo principale di tale sciopero, a cui parteciperà una fetta importante di docenti universitari, è relativo al mancato rinnovo dei contratti che ha interessato non soltanto gli insegnanti delle scuole di ogni ordine e grado e i docenti universitari, ma anche tutto il settore dei dipendenti pubblici.

In una lettera che ha dato inizio all'iniziativa, alcuni professori di Università come Bologna, Torino, Roma e Napoli chiedono un provvedimento di legge per sbloccare gli scatti stipendiali dei docenti a partire dal 1 gennaio 2015. I firmatari affermano che non si tratta di una questione economica ma di pura dignità, considerato anche il fatto che ci sono stati anche tagli ai fondi per la ricerca universitaria e ciò rischia di far perdere le motivazioni ai docenti. Non resta che attendere la risposta del Miur.