"Mi sono lasciato trascinare, lo so di aver fatto una cosa inqualificabile, non so cosa mi sia successo": emergono in dettaglio le dichiarazioni che uno dei due Carabinieri accusati dello stupro di 2 studentesse americane ha rilasciato spontaneamente davanti al pm che conduce le indagini, Ornella Galeotti. Il capopattuglia 45 enne, sposato con figli, che nella notte del 7 settembre caricò con il collega sull'auto di servizio le due ragazze offrendosi di portarle a casa, ha scelto di giocare d'anticipo. Venerdì scorso si è presentato in procura a Firenze per farsi interrogare, prima di essere convocato.

Lo ha fatto quando era già spuntata la foto, che sarebbe una prova rilevante, scattata dalla ragazza durante il presunto abuso. Ha ammesso di aver consumato un rapporto sessuale con una delle 2 sul pianerottolo del terzo piano dell'abitazione delle studentesse, ma nega la violenza sessuale."E' stata lei ad invitarmi a salire", ha sostenuto. E si è detto "devastato". Ora che la sua posizione è gravemente compromessa, vita e carriere comunque segnate, cerca di evitare il male peggiore e le conseguenze che comporterebbe quella terribile accusa di stupro.

'Non chiamatemi stupratore'

Nell'ufficio del pm Ornella Galeotti dove è rimasto per più di un'ora, l'appuntato scelto, come un fiume in piena ha detto e ripetuto di non sapere come sia stato possibile che si sia fatto trascinare in questa storia.

La ragazza che gli sembrava avesse trent'anni ed era consenziente, lo avrebbe invitato a salire: "Non mi sono accorto che era ubriaca e non ho percepito da parte sua nessuna contrarietà". Non ci sarebbe stata alcuna resistenza e il rapporto sarebbe stato consenziente. "Non mi sembrava ubriaca, non barcollava, non puzzava di alcol, connetteva bene i discorsi", ha aggiunto.

Parole dette e ripetute anche al difensore da lui scelto, una donna, la penalista di Prato Cristina Minichetti che fa parte di un'associazione contro gli stupri. Ammette di aver violato i doveri di servizio e di aver sbagliato tutto, ma non ci sta ad essere chiamato stupratore. "Non sono un mostro. Sono un padre di famiglia e non ho stuprato nessuno", dice aggiungendo che da 20 anni nell'Arma ha solo aiutato persone correndo gravi rischi.

Il collega, celibe, più giovane, che invece avrebbe abusato l'altra ragazza americana in ascensore, finora rimasto in disparte, potrebbe farsi ascoltare oggi. o essere convocato dal pm.

Situazione dei due carabinieri

Oggi in procura si valuterà se applicare misure cautelari ai due carabinieri indagati. I due sono stati intanto sospesi dal servizio in via precauzionale. Il comandante generale dell'Arma, Tullio Del Sette, ha detto che si indaga per verificare se ci siano stati episodi analoghi in precedenza.

Approccio con le americane in discoteca

Col passare delle ore emergono nuovi elementi che non alleggeriscono la posizione dei due indagati. Si è appurato ad esempio, che l'approccio dei militari con le ragazze non è avvenuto all'esterno della discoteca "Flò" dove erano stati chiamati per sedare una rissa, rientrata quasi subito.

I due carabinieri in servizio, quella notte, secondo quanto riferito da testimoni, avrebbero agganciato le ragazze al bar della discoteca proponendosi di accompagnarle a casa perché non avevano trovato un taxi. Un elemento che apre un nuovo fronte nell'indagine. Di certo, le telecamere lo provano, per 20 minuti i due militari hanno parcheggiato la gazzella sulla via dove abitano le americane per infilarsi nell'androne del palazzo e consumare alla svelta un rapporto sessuale lasciando parecchie tracce biologiche. Decisivi saranno i risultati degli esami sui reperti, attesi in settimana.