Dopo essere state approvate dalla Camera dei Deputati, il Senato entro la fine della settimana approverà in via definitiva la "Legge Europea 2017" che, con la scusa dell'esigenza di rispettare le normative europee, introduce un vero e proprio "controllo di massa" sui telefoni e sulle connessioni internet degli italiani, concedendo inoltre ad Agcom di intervenire "in via cautelativa" sulle telecomunicazioni dei cittadini per impedire loro di visualizzare contenuti presenti in rete. La notizia sta passando praticamente inosservata, in quanto fino a questo momento ne ha parlato solo "Il Fatto Quotidiano" con un articolo di Fulvio Sarzana ed il direttore del "Corriere del Ticino", Marcello Foa, con un articolo sul suo blog ospitato da "Il Giornale".
Vediamo di cosa si tratta.
Cosa bolle in pentola
La legge, di cui il premier Gentiloni è il primo firmatario, è di quelle che vengono approvate in tempi rapidissimi adducendo alle scadenze di legge, e per questo motivo sarà adottata senza passare da una discussione parlamentare per evitare di allungare i tempi. Si tratta di una legge che insieme alle "Disposizioni per l'adempimento degli obblighi derivanti dall'appartenenza all'UE" introduce due normative alquanto discutibili. La prima impone che tutti i dati trasmessi e inviati con telefono e linea internet siano conservati per 6 anni, ben oltre le attuali consuetudini internazionali. Una norma criticata anche dall'attuale Garante della privacy Antonello Soro.
L'altra invece ha il sapore della censura. Senza bisogno dell'autorizzazione di un magistrato, l'Agcom avrà il potere di intervenire in via cautelare sulle comunicazioni delle persone, impedendo l'accesso a contenuti pubblicati in rete.
Cosa prevede la legge all'atto pratico
I provider italiani, ovvero le aziende che forniscono la connessione internet ai propri clienti, sono tenuti per legge a conservare i nostri dati, ovvero tutte le nostre attività svolte sul web e con il telefono, comprese le conversazioni, per motivi di sicurezza legati al terrorismo.
Con la nuova normativa dovranno conservarli per ben 6 anni, per consegnarli alle autorità nell'eventualità che queste dovessero farne richiesta. Dati personali che saranno esposti per un lungo periodo per esempio ad eventuali attacchi hacker, con il rischio che possano finire nelle mani sbagliate, e magari venduti. Si parla di 5.000 aziende che talvolta sono dotate di scarse risorse e che dovranno custodire i nostri dati sensibili personali.
Immaginiamo le conseguenze che potrebbero esserci se qualcuno avesse accesso ai dati di un politico, o di oppositori politici, venendo a conoscenza di tutte le informazioni sul suo conto.
L'altra normativa invece consentirà ad Agcom di intervenire sul web in via cautelare, impedendo agli utenti di visualizzare un contenuto, una prerogativa che la Costituzione e le normative sul diritto di autore assegnano alla magistratura. Si tratta di normative che hanno suscitato le proteste e le critiche di organizzazioni nazionali ed internazionali per i diritti civili, di consumatori ed infine degli operatori di internet, interessati dal dover conservare per 6 anni i dati degli utenti.