Ancora novità nel caso dell'omicidio di noemi durini. A parlare ai microfoni di Quarto Grado questa volta è Biagio Marzo, il padre di Lucio. Biagio definisce il figlio un ragazzo come tanti, almeno così è stato fino al suo incontro con Noemi. Da lì in avanti ha cominciato a cambiare, finché una sera non ha iniziato ad inveirgli contro e a tirargli oggetti. Non lo riconosceva più. La moglie cercava di trattenerlo, con scarsi risultati. Ad un certo punto Lucio crollò a terra e loro chiamarono il 118. Era l'ennesimo TSO. Il terzo.

Lucio, un paio di settimane prima della morte di Noemi, era molto irrequieto.

Un giorno, per esempio, stava cucinando delle uova e il padre ricorda che tirava la tenda della cucina come per nascondersi. Lucio era stranamente intimorito. Ed è sempre lo stesso Lucio, come racconta il sig. Biagio alle telecamere di Quarto Grado, ad aver chiesto, tramite i genitori, l'allontanamento di Noemi con una formale denuncia. Secondo i racconti del giovane Noemi voleva uccidere la sua famiglia e aveva già raccolto i soldi per acquistare una pistola.

La sera del delitto

La sera in cui Lucio uccise Noemi era morta una zia. Lucio era andato a rendere omaggio alla parente, insieme al padre e, al rientro, aveva chiesto di essere lasciato al bar. Biagio ha dichiarato di essere rimasto nel locale insieme al figlio e di essere tornato, quindi, a casa con lui.

Qui hanno cenato e guardato la Tv. Hanno anche giocato a scopa, cosa che piaceva molto a Lucio. Dopo che il figlio era andato a dormire, Biagio si accertò che si fosse effettivamente addormentato prima di coricarsi lui stesso. Tutto sembrava normale. Biagio rivedrà Lucio alle 11.30 del giorno dopo, quando la moglie lo chiamerà per mangiare.

Ma anche a pranzo il ragazzo non lasciò trapelare niente e nei giorni a venire si mostrerà sempre sereno. Nella sua accorata testimonianza a favore della telecamera, finalmente mostrando un po' di compassione, al microfono dell'inviata Chiara Ingrosso, il sig. Marzo afferma commosso che "Nessuno doveva morire in questa storia" e dice di essere dispiaciuto per la morte di Noemi.

Quando ho capito che era colpa sua

Biagio svela che, dopo aver saputo che Noemi era scomparsa, ha avuto subito un brutto presentimento. Ha domandato al figlio se fosse a conoscenza di qualcosa, e Lucio ha abbassato la testa. "Quella è stata una pugnalata" dice il sig Marzo" lì ho capito che era successo qualcosa. La certezza mi è arrivata non a parole, ma al cuore. E' vero che l'ha uccisa mio figlio ma le colpe sono dei grandi, di noi adulti".

Il Sig. Marzo riporta che il figlio si è pentito di aver ucciso Noemi e che gli ripete spesso che se uscisse dal carcere ucciderebbe "il papà". Per "il papà" intende una persona adulta che era 'amica' di Noemi e secondo l'uomo era un'amicizia che la stava portando su una brutta strada.

La droga

In questa storia pare abbiano avuto un ruolo importante anche le droghe. Si parla di droghe leggere ma anche i cannabinoidi possono essere molto pericolosi. Gli effetti variano a seconda della percentuale di principio attivo e a seconda delle singole persone ma la letteratura scientifica ci riporta casi di comportamenti inusuali, con distorsione della realtà e perdita di coscienza. A spiegare queste cose in studio una dottoressa specializzata che collabora anche con la trasmissione di Rete 4.

Questo è il primo intervento del padre di Lucio dove traspare un minimo di dispiacere per la morte della giovane. Fino ad ora la famiglia di Lucio si era sempre mostrata aggressiva e apparentemente insensibile verso la triste fine di Noemi. Reale compassione o strategia a favore di pubblico? Rimane sempre il dubbio, legittimo, che possa essere parte di un piano difensivo.