Gli Stati Uniti stanno vivendo un'emergenza sociale: l'enorme numero di decessi causati da overdose di droga. Le cifre, purtroppo, sono piuttosto eloquenti: solo lo scorso anno si sono avuti 64.000 morti legati all'abuso di sostanze stupefacenti. Un dato che, se raffrontato con i circa 58.000 soldati americani che hanno perso la vita nella guerra del Vietnam, lascia facilmente comprendere le drammatiche dimensioni di questa piaga sociale.

Fentanyl, minaccia globale

In attesa dell'elaborazione delle statistiche relative al 2017, è stata stimata una media di persone che nel 2016 hanno perso la vita in seguito a un'overdose, arrivando a circa un decesso ogni 8,2 minuti.

Queste cifre drammatiche comprendono le morti causate da oppiacei e, in particolare, sotto i riflettori della DEA (Drug Enforcement Administration) è finito da tempo il Fentanyl. Definito come una "minaccia globale", questo oppiaceo nacque come farmaco nel 1959, quando venne sintetizzato per la prima volta, per poi essere classificato come "potente analgesico endovenoso".

Il suo utilizzo non è una novità di questi giorni, infatti già negli anni '90 la DEA sapeva che si produceva illegalmente, ma l'aspetto nuovo della vicenda sta nell'impennata di spaccio e utilizzo che se ne sta facendo oggi. Il Fentanyl è un oppiaceo potentissimo che produce effetti ben più intensi della morfina, causa una forte dipendenza, viene usato per tagliare l'eroina, ma soprattutto è tanto potente quanto letale.

I morti che ha causato negli USA dal 2015 al 2016 sono raddoppiati, e i decessi che coinvolgono gli oppiacei sintetici sono cresciuti da 3.000 a più di 20.000 in soli tre anni.

Non a caso, la DEA ha dedicato uno specifico rapporto al Fentanyl, in cui parla delle forme illecite di fabbricazione, dei rischi che si corrono assumendolo, e insistendo sul pericoloso aumento di farmaci di origine oppiacea sintetizzati.

Il Fentanyl, però, non nasce negli States, ma viene trasportato dai canali dei cartelli messicani e attraverso il Canada. Completamente diversa, invece, è la zona di produzione: i principali laboratori sono in Cina, da dove viene esportato nei due suddetti Paesi, prima di approdare in USA. Questa pericolosa sostanza si può comprare anche online, ricorrendo al cosiddetto "deep web".

Viaggio nel "deep web"

Cercando in rete, si trovano forum interamente dedicati al Fentanyl, e soffermarsi a leggerli è un po' come gettarsi nel bagno di "Trainspotting". Il problema principale è la dose giusta, perché quella sbagliata può uccidere. Il rischio di overdose è altissimo, la "roba" non è sempre pura e chi la prende - a quanto si legge - lo sa bene. Per questo i consumatori si collegano ad internet e cercano di carpire numerose informazioni per salvarsi la vita, perché nonostante il rischio sia alto, non se ne riesce a farne a meno. Quanti mg, quale tipo, come si combinano, e soprattutto si trovano tante domande sulla tolleranza: sembra, infatti, che la dose tollerata da un singolo possa essere diversa dalla quantità tollerata da un altro.

C'è addirittura chi chiede se la dose che ha ucciso un suo amico sarebbe stata letale anche per lui.

In questi forum, di solito, sono presenti anche i familiari delle vittime di overdose che cercano spiegazioni, affacciandosi in un mondo che non conoscono, per capire cosa sia accaduto ad un figlio, ad un fratello o ad un amico. Spesso hanno un'unica mappa per orientarsi: il referto medico dell'autopsia, con il quale digitano sul motore di ricerca un nome letto sul documento e chiedono lumi agli utenti dei forum.

La situazione in Italia e nel Vecchio Continente

In Italia, i decessi legati all'abuso di droghe sono diminuiti sensibilmente, con il nostro Paese che, ad oggi, si trova in fondo a questa triste graduatoria europea.

L'Ansa, di recente, ha riportato che per ogni milione di abitanti ci sono 7,8 morti sul territorio italiano, mentre in Europa la media è di circa 20. Ciò non vuol dire che il fenomeno non sia diffuso, al contrario, riguarda buona parte della popolazione, ma almeno i decessi sono colati a picco.

Secondo la relazione al Parlamento sullo stato delle tossicodipendenze effettuata quest'estate dall'Osservatorio (fornite dallo Studio ESPAD Italia) i numeri sono ancora alti. Per quanto riguarda i giovani - dai 15 ai 19 anni - quasi 800.000, ovvero il 32,9%, ha raccontato di aver provato almeno una volta una sostanza psicoattiva illegale. Di questi, il 25,9% (650.000) l'ha fatto nel 2016. Se guardiamo all'Europa, le cifre danno un'idea del mercato: 93 milioni di adulti (15-64 anni) europei hanno assunto sostanze illecite.