Le spoglie dei Savoia tornano in Italia. A darne l’annuncio è stato don Bartolomeo Bessone, il rettore del Santuario di Vicoforte, in provincia di Cuneo, in seguito alla traslazione della salma della regina Elena del Montenegro, spostata il 15 dicembre da Montpellier, in Francia, alla basilica piemontese. A quanto pare, infatti, oltre alle spoglie della regina Elena, molto presto arriverà in Italia anche la salma di Vittorio Emanuele III, re d’Italia dal 1900 al 1946, anno in cui abdicò in favore del figlio Umberto II. Fino a ieri non si conosceva ancora con certezza la data esatta della traslazione e il rettore del Santuario si era limitato a spiegare che le autorizzazioni erano pronte, motivo per cui il rientro in Italia del penultimo re dei Savoia sarebbe potuto avvenire anche entro Natale.
Ma questa mattina è stato reso noto che il trasferimento ha già avuto inizio.
Il rientro in Italia
Nella notte la salma di Vittorio Emanuele III è stata trasferita da Alessandria d’Egitto, dove il penultimo re dei Savoia trascorse gli ultimi anni in esilio, all’aeroporto militare del Cairo. Da lì, le spoglie saranno trasferite all’aeroporto militare di Cameri, in provincia di Novara, a bordo di un aereo militare. Alla partenza era presente anche Giampaolo Cantini, l’ambasciatore italiano in Egitto. L’arrivo è previsto per la giornata di oggi. Dopo il rientro in Italia da Alessandria d’Egitto, la salma di Vittorio Emanuele III saranno depositate all’interno del Santuario di Vicoforte, nel loculo accanto a quello che ospita le spoglie della regina.
Nell’attesa che le sue spoglie vengano traslate, resta chiusa la cappella di San Bernardo, dove è stata celebrata la funzione di rito per accogliere la salma della regina Elena. La cappella è nota anche come il mausoleo del duca Carlo Emanuele I, che ne intraprese la costruzione tra il 1596 e i primi anni del Seicento. La Casa Savoia aveva iniziato a chiedere il rientro delle spoglie dei sovrani nel 2011.
L’istanza venne poi reiterata nel 2013. In quell’occasione monsignor Luciano Pacomio, vescovo di Mondovì, dichiarò la propria disponibilità affinché si desse seguito alla richiesta dei Savoia. Tuttavia, la notizia ufficiale del rientro delle salme risale solo a venerdì 15 dicembre.
I commenti dei parenti
Gli eredi dei Savoia si sono scontrati sulla questione e non sono mancate note di disappunto per la modalità con cui è avvenuto il rientro in Italia delle salme, che nelle ultime ore ha subito una forte accelerazione.
Vittorio Emanuele, infatti, ha criticato sua sorella Maria Gabriella per essersi occupata del trasferimento in gran segreto. “Non posso non rammaricarmi”, ha dichiarato, spiegando che giustizia sarà fatta solo nel momento in cui tutti i sovrani sepolti in esilio potranno essere accolti nel Pantheon di Roma.
Emanuele Filiberto di Savoia, dal canto suo, si è detto “felice” per il trasferimento delle salme, ringraziando il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ma ha spiegato di aver appreso la notizia dalla stampa, sorpreso dalla segretezza dell’operazione.
I dubbi
Restano forti i dubbi sul rientro in Italia delle spoglie del re che non ha saputo gestire le difficoltà politiche e sociali in uno dei momenti più bui della storia italiana. Sul nome di Vittorio Emanuele III, infatti, pesano le ombre delle leggi razziali, del fascismo e dell’8 settembre.