Una figuraccia che probabilmente si sarebbe potuta benissimo evitare quella fatta dal Ministro dell'istruzione Valeria fedeli, durante la stesura di una lettera indirizzata al quotidiano Corriere della Sera. Una di quelle notizie che immediatamente stanno facendo il giro del web e un errore che nessuno sta lasciando passare a quella che probabilmente dovrebbe dare il buon esempio almeno per quanto riguarda la conoscenza della lingua italiana. Uno scivolone che non è il primo, ma che non fa altro che alimentare le polemiche sulla sua posizione.

Ecco l'errore di Valeria Fedeli durante la stesura di una lettera

Ebbene, nella lettera inviata al quotidiano, parlando della necessità di studiare la Storia in maniera più approfondita, nel paragrafo finale il ministro ha sbagliato un congiuntivo che ha suscitato immediatamente numerose reazioni. Come ha fatto notare l'account Twitter "Non Leggerlo", attraverso il post che vi riportiamo più in basso, Valeria Fedeli ha scritto: 'Un'ultima considerazione: a proposito di costante aggiornamento, sarebbe opportuno che lo studio della Storia non si fermasse tra le pareti delle aule scolastiche ma prosegua anche lungo i percorsi professionali'. Chiaramente quel congiuntivo presente "prosegua" non ci sarebbe dovuto essere e avrebbe dovuto far spazio al congiuntivo imperfetto "proseguisse".

Un errore di consecutio temporum, molto comune tra gli italiani, ma non concepibile se a commetterlo è il ministro dell'Istruzione.

Ecco il tweet che mostra l'errore del Ministro dell'Istruzione

Il contesto in cui è stato commesso l'errore non ha fatto altro che alimentare l'ironia dei lettori, anche perché il soggetto in questione è già nel mirino di tutti perché non possiede neanche la laurea, titolo che ormai viene richiesto in qualunque mansione, figuriamoci per ricoprire un ruolo come il suo.

Il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli aveva appena citato Benedetto Croce, per replicare all'esortazione di Gianantonio Stella che l'aveva chiamata in causa proprio sulla storia. Se gli studi della Storia non dovrebbero fermarsi alle aule scolastiche, probabilmente a quelli delle basi della lingua italiana andrebbe data ancor più priorità.

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