Ci troviamo a Cupramontana, un piccolo paese in provincia di Ancona che conta circa quattromila abitanti, dove i volontari del centodiciotto hanno cercano vanamente di rianimare il corpo senza vita di un bambino di appena cinque anni. Al momento dell'omicidio, o meglio ancora quando i soccorsi sono giunti sul luogo, in casa vi erano la madre della vittima, che è stata trasportata urgentemente al pronto soccorso in un evidente stato di choc, ed il padre, un uomo di appena venticinque anni trasferito rapidamente alla più vicina caserma dei carabinieri per essere interrogato.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti, l'uomo, di origini macedoni, non aveva nessun lavoro al momento attuale ed era in cura per gravi problemi psichiatrici. Un avvenimento non certo nuovo e che segue quello della madre che appena qualche mese prima uccise entrambi i propri figli per poi tentare il suicidio in auto.
L'omicidio e le ricostruzioni da parte dei militari
Secondo quanto ricostruito dai militari dell'arma dei Carabinieri, l'omicidio non si sarebbe consumato all'interno dell'abitazione, bensì fuori dalla palazzina. Si sospetta addirittura che il venticinquenne, padre della vittima di cinque anni, avrebbe strangolato il bambino mentre si trovava all'interno della propria autovettura, per poi trascinarlo in casa (un appartamento situato al terzo piano di un condominio) mentre era ancora in fin di vita.
Una scena raccapricciante che ha allarmato la madre del bambino, una donna di ventiquattro anni che porta in grembo un altro bambino, che ha prontamente effettuato una chiamata al centodiciotto per richiedere l'intervento dei paramedici. Una chiamata che ha fatto azionare le sirene di una ambulanza che si trovava nei paraggi e che ha permesso ai volontari di effettuare tutte le manovre necessarie per la rianimazione, ma senza alcun risultato evidente.
La situazione infatti, dopo circa trenta minuti, di manovre per la rianimazione del bambino, è crollata causando la morte del paziente. L'uomo si trova sotto la custodia delle forze dell'ordine, in attesa di essere interrogato e giudicato, mentre la donna è sotto le cure dei medici e di alcuni psicologi che stanno cercando di stabilizzare i suoi parametri psichici dopo il violento choc subito. Sulla vittima non vi erano segni evidenti di violenza, ma i successivi controlli da parte dei medici faranno saltare fuori l'ipotesi dello strangolamento.