Le testimonianze raccolte spiegano lo svolgersi dei fatti: il professore, Salvo Busà di anni 60, invita il ragazzo a chiudere una finestra, poco prima di scendere in palestra, e lui lo manda a quel paese non chiudendola. Il docente alza la voce rimproverando il ragazzo e lui prende un libro e glielo tira, l'uomo raccoglie il libro da terra e lo appoggia sul tavolo. Nel frattempo il ragazzo era già al telefonino con i genitori i quali, dopo circa mezz'ora, arrivano inferociti a Scuola e picchiano il docente, tanto da rompergli una costola.
La causa è un semplice rimprovero
Senza chiedere nessuna spiegazione hanno creduto alle parole del figlio aggredendo selvaggiamente l'insegnante. "Sono disgustato da quanto mi è accaduto e non so se tornerò mai in quella scuola", ha spiegato l'uomo, continuando su una totale assenza di educazione da parte dei ragazzi, che ormai si prendono il diritto di insultare e rispondere male a chiunque, insegnanti e genitori.
Versioni contrastanti
I genitori dell'alunno controbattono dicendo che è stato il figlio a subire il lancio del libro e di essere stati chiamati per questo motivo. Ma adesso sono i carabinieri, tramite le dovute testimonianze, a dover verificare come si sono svolti realmente i fatti, in quanto i due genitori sono stati denunciati per lesioni personali e interruzione di pubblico servizio.
L'insegnante, adesso a casa in convalescenza per dieci giorni, ha tutto il sostegno dei colleghi che dichiarano di conoscere la sua professionalità. Anche la ministra Fedeli gli ha telefonato per solidarietà e per farsi spiegare con esattezza quanto avvenuto in classe.
La madre del ragazzo ha ammesso di essere stata lei, per prima, a colpire l'insegnante.
"Ho dovuto portare mio figlio al pronto soccorso perché il libro lanciato dal professore lo ha colpito sulla pancia", è stata la dichiarazione della donna, che ha continuato: "Chiederò scusa se lui per primo si scuserà con mio figlio".
Tornare alla buona scuola
Il professore ha dichiarato ai giornali che l'assenza di regole severe, soprattutto in famiglia, porta i giovani a sentirsi in diritto di comportarsi in modo strafottente e spavaldo con docenti e compagni di classe e che, governarli ed educarli è diventato impossibile proprio perché non esiste più un dialogo e una collaborazione scuola/famiglia.
I ragazzi di questa "nuova generazione" non temono più nulla, nemmeno le note sul registro, i richiami e le espulsioni, piuttosto fanno tutto ciò che vogliono. Alcuni di loro prendono a calci e pugni i genitori vicino alla scuola, una situazione sociale devastante che non promette nulla di buono per il futuro.