E' successo ad Avola nella mattina del 10 gennaio, nella provincia di Siracusa, un insegnante di educazione fisica è stato aggredito dai genitori di un alunno di 12 anni dopo averlo rimproverato. Secondo quanto accaduto, l'alunno avrebbe chiamato i genitori dopo il rimprovero subito, che si sono recati nelle vicinanze della scuola per provvedere a quanto successo. Il professore di 60 anni è finito in ospedale con una costola rotta dopo essere stato preso a calci e pugni davanti agli altri alunni, mentre stava accompagnando una classe per l'orientamento formativo in un liceo vicino all'istituto comprensivo "Bianca", scuola dove il professore insegna.

I genitori sono stati denunciati dai carabinieri per lesioni e interruzione di pubblico servizio.

La dinamica dell'accaduto

L'alunno avrebbe chiamato i genitori, il padre operaio di 47 anni e la madre casalinga di 33, durante il tragitto che avrebbe portato la propria classe all'orientamento formativo. La coppia, dunque, si è recata sul posto, avvicinando l'insegnante e colpendolo ripetutamente con pugni e calci urlandogli contro, minacciandolo affinché l'uomo non rimproveri più il figlio. Non è ancora chiara la dinamica di come l'evento sia accaduto, difatti, i telefoni cellulari sono vietati all'interno dell'orario scolastico e, per di più, non è chiaro quale sia la dinamica relativa al rimprovero subito dal figlio.

I militari dell'Arma sentiranno nella mattina dell'11 gennaio l'insegnante per maggiori delucidazioni sull'accaduto. L'insegnante è ricoverato all'ospedale di Avola per 10 giorni, non ha riportato lesioni gravi, anche grazie all'aiuto degli altri insegnanti che ne hanno preso le sue difese, e che saranno ascoltati come testimoni attraverso le indagini.

La nocività dei genitori iperprotettivi: le conseguenze psicologiche riportate dai figli

Il nuovo millennio ha profuso un'etica e una morale rivoluzionaria rispetto ai precedenti periodi storici. Tutto ciò è dovuto alle nuove forme d'educazione partorite da campi di studio come la pedagogia e la psicologia o, più in generale, dal nuovo sistema scientifico-umanitario.

Le nuove forme di educazione, difatti, sono del tutto diverse da quelle impartite negli altri periodi storici, in quanto queste dotavano di una rigidità e un chiaro rapporto asimmetrico tra genitori e figli, tra sovraordinato e subordinato, tra osservatore e osservato. La nuova forma di pedagogia, infatti, dota i figli di una maggiore autonomia, una maggiore dignità e una maggiore "agency". Si dona, dunque, un valore più alto al figlio come soggetto pensante, preservandolo e difendendolo in quanto tale, anche di fronte a rapporti che, tradizionalmente, dovrebbero esistere come asimmetrici. Allora non sarà complesso supporre l'apparente normalità della presa delle difese del proprio figlio nei confronti di un insegnante che cerca di impartire un'educazione, laddove si presenti come necessaria, così come nel caso riportato accaduto ad Avola.

Ma la spropositata protezione dei genitori sui figli, a quali conseguenze potrebbe portare? Il campo di studi della Psicologia, ha infatti appurato che l'estrema protezione dei genitori potrebbe portare gravi conseguenze psicologiche. L'iperprotettività verso i figli infatti, soprattutto se durante l'infanzia e l'adolescenza, può causare gravi traumi e danni psicologici, delle volte anche permanenti e strutturanti di schemi cognitivi disfunzionali, tutto ciò, dunque, porterebbe ad un adulto infelice, incapace a muoversi nel mondo. Viceversa, i genitori che non eccedono nella protezione dei figli, e lasceranno che questi si facciano strada nel mondo - a volte facendosi male -, cresceranno dei figli meno ansiosi, liberi, creativi e che in età adulta risulteranno felici.

I dati riportati da uno studio della Unversity College London lo confermano, poiché la loro ricerca svolta nel Regno Unito ha convalidato tale potesi, riuscendo a stabilire su un campione di oltre 5000 soggetti, che essere troppo apprensivi come genitori, frutterà dei figli infelici. Tutto ciò è stato convalidato da dei test forniti ai soggetti in età adulta, relativi a delle scale di benessere e felicità stimata.