Quattordici giudici presenti, tredici voti favorevoli, nessuno contrario, un solo astenuto: così il Consiglio di Stato ha messo la parola fine alla brillante carriera di Francesco Bellomo, decidendo la sua destituzione dalla magistratura. Sarà ora il presidente della Repubblica a recepire la deliberazione del Consiglio di presidenza della giustizia amministrativa, l'organo di autogoverno dei magistrati dei Tar e del Consiglio di Stato, e decretare formalmente un provvedimento che ha pochi precedenti - o forse nessuno - nella storia repubblicana.

La surreale vicenda delle borsiste

Il clamore mediatico destato dalla vicenda, dai contorni boccacceschi e ai limiti del surreale, delle studentesse della scuola "Diritto e scienza" costrette a sottoscrivere un contratto di borsa di studio che prevedeva obblighi alquanto stravaganti, come quello di indossare minigonne molto mini, di lasciare i fidanzati con un basso livello intellettivo e di non sposarsi, aveva messo il massimo consesso della giustizia amministrativa in grave imbarazzo.

Già da un paio di anni le "stravaganze" del comportamento di Bellomo erano al centro di chiacchiere e illazioni su social e forum specializzati, ma a far precipitare la situazione è stato l'esposto al Consiglio di Stato del padre di una ex borsista, che aveva intrapreso una relazione col magistrato e che, dopo averlo lasciato, è stata oggetto di presunte pressioni e vessazioni, anche di natura sessuale, che la avrebbero portata addirittura al ricovero in ospedale.

Che la particolare attenzione con cui il consigliere si approcciava le sue allieve non fosse un caso isolato è emerso, nello scorso dicembre, quando l'avvocato di Cerignola Rosa Calvi, anch'essa frequentatrice del noto corso di preparazione per l'accesso alla magistratura, ha rotto il silenzio e svelato di aver subito avances non gradite, e che almeno altre otto ragazze si erano trovate nella sua stessa situazione.

Il principale collaboratore di Bellomo, il Pm di Rovigo Davide Nalin, è già stato sospeso dal Consiglio Superiore della Magistratura lo scorso dicembre per aver esercitato indebite pressioni su alcune delle borsiste con cui il consigliere aveva allacciato una relazione.

Il futuro professionale di Bellomo

L'ormai ex consigliere di Stato, che si era accostato addirittura ad Albert Eistein, sostenendo che tutti i geni come lui non sono compresi, ha già dichiarato che dedicherà le sue energie all'insegnamento, ambito nel quale, al netto del caso borsiste, ha sempre riscosso notevoli consensi. Le tegole per lui non sono però finite, perché in varie Procure della Repubblica, a quanto riferiscono gli organi di informazione, sono stati aperti fascicoli con ipotesi di reato a suo carico.