"Italiane, svegliatevi! Il lavoro c'è, siete voi che non ci siete!". È questo che si legge nell'annuncio pubblicato la scorsa domenica sulla pagina Facebook della nota catena di fast food del milanese burgez; e qui si scatena la polemica. In poco tempo infatti il messaggio è stato ricoperto di accuse di razzismo e sessismo. '... Se ci chiedete perché la maggior parte delle cassiere sono ragazze filippine vi rispondiamo perché le italiane il sabato hanno il moroso, il mercoledì hanno la palestra, la domenica la stanchezza, ecc. Italiane, svegliatevi!

Il lavoro c'è, siete voi che non ci siete...'.

Un'azienda già nota per le sue scelte di comunicazione taglienti

La catena di Fast food, fondata nel 2015 da Simone Ciaruffoli, che conta già 3 punti vendita e due prossimi all'apertura, ha sin da sempre puntato su una strategia di comunicazione volutamente "politically incorrect", ma questa volta si è dovuta trovare a fare i conti con decine e decine di commenti che accusavano i responsabili di razzismo e sessismo.

Tuttavia, il fondatore non si è tirato indietro dinnanzi alle accuse, sostenendo quanto scritto nel messaggio senza cedere al perbenismo a tutti i costi: «Questo non è razzismo, ma la realtà, e allora mi chiedo: la gente ce l’ha con noi perché abbiamo detto una cosa non vera o perché abbiamo detto una cosa vera?

E’ inutile difendere l’italianità a tutti i costi, meglio spronare i giovani», e ha aggiunto: «L’annuncio non è razzista né sessista, da noi c'è di tutto, dai filippini alle romene, ma non è un segreto che il personale italiano latiti in cucina, dove ci sono turni duri e difficili. Non pensavo che si potesse scatenare tutto questo delirio, ma la gente vede ciò che vuol vedere e ha visto un razzismo al contrario che non esiste».

Ciaruffoli, che prima di dedicarsi al mondo del Fast Food era noto come sceneggiatore televisivo, ha inoltre difeso a spada tratta la scelta comunicativa adottata dalla sua azienda, che non punta sullo scalpore o sul politicamente scorretto fine a sé stesso, ma è volta più alla trasmissione di un messaggio, al punto che è stata oggetto di una tesi universitaria all'Università Cattolica.

«Quando ho creato Burgez ho pensato a dargli un pensiero, a usare il panino come pretesto per veicolare un brand, tanto che in futuro nascerà una Burgez Academy con una parte creativa e una rivista stile 'Colors' per Benetton». Intanto, comunque l'azienda ha avuto una notevole visibilità e i curricula arrivati sono più di 260.