Fuoco amico sul vaticano, duramente criticato da uno dei preti “di strada” più noti agli italiani: il vulcanico don Mazzi è stato protagonista di uno sfogo a tutto campo finito sulle colonne del Corriere della Sera di oggi con l'intervista concessa al quotidiano di via Solferino. Nel mirino del parroco veneto, punto di riferimento storico per le comunità di recupero dei tossicodipendenti e protagonista di numerose iniziative nel campo della lotta al disagio sociale, a sorpresa, sono finite le alte sfere della Chiesa accusate di rappresentare “il potere” così come la Santa Sede “la ripetizione del tempio di Gerusalemme”.

Senza tanti giri di parole, l'anziano presbitero ha messo sul banco degli imputati cardinali del rango di Tarcisio Bertone, beneficiari di “una ricchezza schifosa” - secondo il fondatore della comunità “Exodus” da oltre 30 anni impegnata nell'aiuto ai ragazzi con problemi di droga - e quindi da considerare alla stregua di nemici interni della famiglia cattolica.

Don Mazzi all'attacco, nel mirino Vaticano e cardinali

“Manderei tutti in Africa come missionari” attacca don Antonio Mazzi riferendosi a vescovi e sacerdoti ricchi, potenti e poco rispettosi della parola delle sacre scritture, predicata invece con indiscutibile coerenza da Papa Francesco, che però rischia l'irrilevanza in questa fase storica “sapendo di perdere”.

Non contento di aver puntato l'indice contro lo Stato Vaticano e i suoi più autorevoli esponenti, il prete di Verona ha poi confessato ai giornalisti del Corriere di vedere ormai la religione come pura regola “e non fede”, chiedendosi in maniera retorica se a comandare oggi sia “la Chiesa o il Vangelo” e cosa possa salvarsi di un vincolo diventato simile a quello matrimoniale.

Lo sfogo a tutto campo di don Antonio Mazzi

Ciliegina sulla torta, la provocatoria frase “se potessi prendere il Pontefice e portarlo ad Assisi lo farei” raccolta dall'intervistatore e non smentita dall'incontenibile “pastore di anime” attivo dagli anni Ottanta nel territorio della diocesi milanese. Nello stesso articolo, sono poi apparse considerazioni a dir poco amare sul (mancato) recupero di Fabrizio Corona dopo l'affidamento ai servizi sociali: “In un personaggio del genere non c'è niente di autentico, neanche quando si pente”. Per l'ex principe dei paparazzi, le porte della comunità di accoglienza e recupero milanese sembrano essersi chiuse per sempre.