Legata alla sedia della cattedra con del nastro adesivo, poi presa a calci: essere vittima di tale violenza è toccato ad un'insegnante dell'istituto tecnico Leonardo Da Vinci di alessandria. Gli studenti di una classe della scuola hanno ripreso l'accaduto, pubblicando in seguito il video della violenza sui social. Video che ha potuto vedere tutta la città, prima che venisse rimosso.

Nell'irrefrenabile euforia dei 15 anni, nessuno degli alunni ha cercato di impedire che accadesse tutto ciò. Inoltre, la professoressa aveva difficoltà motorie e non godeva di una corporatura robusta, il suo fisico era piuttosto fragile. Gli schiamazzi degli studenti hanno colpito l'attenzione di un alunno maggiorenne, il quale,con l'aiuto di un bidello, è intervenuto prontamente al fine di salvare la prof dai baby-bulli. Nonostante la gravità del fatto, l'insegnante ha deciso di non sporgere denuncia.

La punizione

L'intera classe è stata sospesa per un mese con obbligo di frequenza. In aggiunta alla sospensione, il Consiglio d'istituto ha stabilito che gli studenti dovranno svolgere lavori di pulizia all'interno della scuola.

A chiarire la leggerezza della pena è proprio la decisione di non sporgere denuncia presa dall'insegnante stessa. A tanti la punizione sembra fin troppo lieve per una violenza simile, difatti molti docenti si sono scagliati contro il provvedimento disciplinare, sferrando aspre polemiche. "Il bullismo è bullismo,non importa contro chi". Federico Bianchi, psicoterapeuta dell'età evolutiva, ha parlato apertamente di violenza messa in atto dal branco, con l'accordo degli spettatori che hanno ripreso le violente scene. Ha proseguito dicendo: "Di fronte a una situazione così grave la risposta è stata una punizione che non solo è ridicola, ma mette in ridicolo noi adulti".

Il preside, Salvatore Ossino, ha minimizzato l'accaduto, definendo il violento atto una "presa in giro da parte degli studenti nei confronti di una supplente".

Spaventa vedere così chiaramente quanto gli alunni ignorino l'autorità che rappresenta un'insegnante, e più specificatamente una supplente, ultima figura nella gerarchia scolastica vista con gli occhi di uno studente.

"Sapeste cosa succede nelle classi": la violenza è routine

I sindacati dei docenti hanno lamentato nei confronti dell'amministrazione scolastica l'eccessiva clemenza e bontà di quest'ultima. Si tratta di minorenni, ma sono in crescita i casi di violenza nei confronti degli insegnanti. Inoltre, i genitori dei baby-bulli rispondono dei danni prodotti dai figli, minorenni e dunque non perseguibili penalmente. Talvolta accade che siano i genitori stessi ad adottare metodi violenti di dialogo con gli insegnanti, ne sono esempio il caso del professore di educazione fisica picchiato ad Avola, o ancora quello del vicepreside di Foggia preso a pugni e calci in testa, a cui bisogna aggiungere l'evento accaduto a Treviso, in cui un docente è stato schiaffeggiato da entrambi i genitori di un alunno.