Prigionieri dei selfie. Non solo tribù di giovani e giovanissimi, ma anche genitori, madri e padri che si distraggono a costo di mettere a repentaglio la vita dei loro figli per fotografarsi con uno sfondo suggestivo e aggiornare il profilo social con una nuova posa. Se le stagioni non sono più quelle di una volta, anche l'attenzione verso i figli difetta fino ad arrivare a limiti di sicurezza estremi. Un padre e una madre a Porto Cesareo, località turistica in provincia di Lecce, erano così intenti a fotografarsi sul lungomare che non si sono proprio accorti che il passeggino del loro bambino era finito in mare.

Per fortuna un passante ha provveduto a salvarlo, scongiurando il peggio.

Fotografia a rischio vita

La vicenda risale allo scorso venerdì. Era una bella giornata di una primavera già esplosa e una giovane coppia con bambino piccolo ha deciso di fare una passeggiata lungo il molo del porto della località turistica Porto Cesareo. Un quadretto familiare idilliaco in uno scenario di pace, non ancora disturbato da folle di turisti e vacanzieri che si riversano in estate a passeggio sul lungomare. Per questo la scena non è sfuggita a un residente il cui intervento è stato provvidenziale e ha evitato una tragedia. A un certo punto del molo, in un tratto che non è protetto da alcun muretto di recinzione, la coppia ha deciso di immortalare la propria felicità regalandosi un selfie con mare e imbarcazioni sullo sfondo.

In tutto questo però il piccolo è stato completamente dimenticato e, complici il passeggino sfrenato e forti folate di vento, in pochi secondi il figlio è finito in mare in un tratto in cui l'acqua è profonda meno di un metro, ma non per questo meno pericolosa per un bimbo piccolissimo. I genitori non si sono accorti di niente.

Per fortuna il bambino è stato salvato dal passante che prontamente si è gettato in mare. Solo a salvataggio avvenuto, sono accorsi il papà e la mamma. In seguito è stata chiamata un'ambulanza. I medici che l'hanno visitato hanno riscontrato che il piccolo stava bene. Meno bene stavano i genitori che solo a quel punto si sono resi conto del pericolo corso.

'L'esercito' del selfie

Secondo un calcolo di certo molto approssimativo fatto dall'università Carnegie Mellon, Pennsylvania, l'esercito del selfie è una mina vagante: ogni anno 170 persone muoiono di selfie estremo. In India, nel 2016 sono stati 76 i decessi. Nella classifica della morte provocata da autoscatti fatti a centinaia di metri di altezza, appesi a un cornicione o sui binari del treno, subito dopo l'India ci sono paesi quali Pakistan, Usa e Russia. Un fenomeno in crescita provocato da futili motivi: aumentare il numero di like o follower sui social, incrementare la propria visibilità, condividere pubblicamente scatti a ogni costo, anche della vita. Appena due giorni fa, due ragazzi hanno scalato la cupola di una chiesa situata nel complesso ospedaliero di Garbagnate milanese per concedersi un selfie adrenalinico, per fortuna senza conseguenze.

Poi ci sono casi in cui il selfie diventa pericoloso per motivi assurdi e paradossali. Un nostro connazionale a gennaio ha scattato una foto con passamontagna a New York. L'Isis ha rubato la foto via social e l'ha usata modificandola per realizzare uno dei suoi tanti video di propaganda: ha occultato il volto del turista e inserito il logo dello stato islamico sul suo cappellino di lana. La foto ha messo in allarme l'Fbi mobilitata in vista di attentati terroristici nella Grande Mela. Le indagini hanno permesso di risalire al ragazzo di origine sarda che non aveva nulla a che fare con lo stato islamico e che, ignaro di tutto, è stato raggiunto dagli uomini dell'intelligence americana e dai carabinieri del Ros. Anche questo è stato uno scatto a rischio vita.