Secondo i risultati di uno studio di scienziati tedeschi della "Friedrich-Alexander University Erlangen-Nürnberg" e del "Museum für Naturkunde" recentemente pubblicato sulla rivista scientifica "Geology", il nostro pianeta prossimamente potrebbe essere colpito da una nuova estinzione di massa. A preannunciarlo in modo inequivocabile sarebbero una serie di segnali premonitori che anticipano questi eventi, e che si starebbero verificando. La Terra e la vita su di essa, per come la conosciamo oggi, sarebbero quindi in pericolo.

I precedenti

La più potente estinzione di massa avvenne circa 252 milioni di anni fa, e fu quella del Permiano-Triassico.

Provocò l'estinzione di oltre 8 specie marine su 10 e di 7 su 10 tra i vertebrati terrestri. Definita anche come "la madre di tutte le estinzioni di massa" la vita sul nostro pianeta impiegò quasi 10 milioni di anni per riprendersi da tale batosta. Ma se negli ultimi lustri la comunità scientifica riteneva che si fosse verificata senza alcun preavviso, secondo questo nuovo studio non fu così. Ci sarebbero stati dei segnali premonitori. Gli scienziati tedeschi ritengono infatti che si verificarono dei segnali che però all'epoca non furono presi in considerazione. A rivelarlo sarebbe l'analisi di alcuni fossili scoperti in Iran, dai quali emergerebbe che le avvisaglie della poderosa estinzione ci sarebbero state addirittura 700mila anni prima che questa si verificasse.

Alcune specie di molluschi infatti si estinsero, mentre altre che sopravvissero mutarono, divenendo più piccole e meno complesse. Elementi che portano i ricercatori a credere che si fosse verificato un considerevole cambiamento ambientale.

Il parallelo con la situazione odierna

Allora come oggi si sarebbe verificato un imponente riscaldamento globale, con acidificazione delle acque degli oceani e diminuzione del livello dell'ossigeno.

Secondo gli autori della ricerca, oggi gli oceani sarebbero circa il 30% più acidi rispetto a tre secoli fa. Cambiamenti probabilmente indotti dall'inquinamento prodotto dall'umanità, prodotto ad una tale velocità da non concedere il tempo all'ecosistema di adattarsi. Tuttavia, l'aumento delle temperature registrato ai giorni nostri è senza dubbio inferiore rispetto a quello che avvenne 250 milioni di anni fa.

Un altro segnale odierno preoccupante riguarda la salute del mondo marino, in costante peggioramento. Negli ultimi decenni la popolazione di alcune specie viventi si sarebbe ridotta a causa del cambiamento climatico, e non dell'influenza umana come erroneamente ritenuto. "Segnali che non dobbiamo sottovalutare", conclude Wolfgang Kießling, autore della ricerca.