La gigantografia di un bambino, nel grembo materno, affisso due giorni fa, da ProVita Onlus, su un palazzo di via Gregorio VII a Roma, sta facendo il giro della rete, scatenando reazioni opposte tra gli internauti. L’associazione responsabile dell’iniziativa spiega sulla sua pagina internet che il maxi manifesto, che rimarrà affisso fino al 15 aprile prossimo, fa parte della campagna antiaborto e per la protezione del diritto alla vita, lanciata dalla onlus stessa, in occasione dell’avvicinarsi della data “fatidica” del 22 maggio, in cui, esattamente quarant’anni fa, veniva legalizzato l’aborto con la legge 194.

Sul sito dell’Associazione si legge, a chiare lettere, che l’immagine di un bambino nel grembo materno ha lo scopo di “scuotere milioni di coscienze” e ricordare che “l’interruzione della gravidanza (Ivg) sopprime un essere vivente. Non un grumo di cellule”. Sul cartellone, infatti, è riportata la seguente frase: “Tu eri così a 11 settimane, tutti i tuoi organi erano presenti. Il tuo cuore già batteva dalla terza settimana dopo il concepimento. Già ti succhiavi il pollice. E ora sei qui perché la tua mamma non ha abortito”.

Le reazioni dei politici sui social network

Un’iniziativa, rimbalzata velocemente su tutti i social network, che non poteva cadere nell’ indifferenza, trattandosi di un tema “eticamente sensibile”, destinato inevitabilmente a creare delle prese di posizione non certo “neutrali” a causa della posta in gioco.

Forti e decise sono state, infatti, le reazioni del popolo della rete e di alcuni rappresentanti politici. Su Facebook e Twitter sembrano definirsi nelle ultime ore, in base alle reazioni e ai commenti, in modo ancora più netto i due schieramenti: abortisti vs antiabortisti.

Non ha tardato a far sentire la sua voce la senatrice Monica Cirinnà che, dal suo account di Facebook, ha commentato così l’iniziativa: “Vergognoso che per le strade di Roma si permettano manifesti contro una legge dello Stato e contro il diritto delle donne #rimozionesubito”.

Commento a cui è seguita la coraggiosa risposta di un internauta che ha fatto notare alla senatrice la strisciante incoerenza di fondo delle sue parole, ricordandole la sua intensa battaglia per l’abrogazione di una delle leggi dello Stato più discusse, la legge 40, che vieta esplicitamente la pratica dell’utero in affitto.

Anche la leader di Fratelli d’Italia, giorgia meloni, ha detto la sua, elogiando l’iniziativa e, in risposta alle polemiche scoppiate in queste ore, sulla sua fanpage ha scritto testualmente: “ProVita Onlus, i sostenitori vi criticano?

Non vi dispiacete, vuol dire che siete sulla strada giusta”.

La Lista Civica "RomaTornaRoma" contro Toni Brandi

Chiarissimo anche il messaggio di Toni Brandi, presidente di ProVita che, nel motivare l’iniziativa, aggiunge la forte indignazione per il modus operandi di certa politica che in Italia, consente l’accesso alle cure palliative solamente al 38% dei malati di tumore e abbandona alla loro triste sorte ben 200.000 anziani o disabili rimandati a casa ogni anno dagli ospedali, per mancanza di fondi per la sanità, mentre, aggiunge che, paradossalmente, lo Stato spenderebbe centinaia di milioni di euro di denaro pubblico per finanziare l’eliminazione di esseri umani.

Tuttavia le donne del Pd e della Lista Civica "RomaTornaRoma” non ci stanno e, in nome del diritto della donna all’ “autodeterminazione”, le consigliere Michela Di Biase, Valeria Baglio, Ilaria Piccolo e Giulia Tempesta del Partito Democratico e Svetlana Celli, annunciano la presentazione di una mozione per chiedere al Campidoglio la rimozione immediata dei manifesti.