Sabato 4 agosto, presso la Galleria d’arte “Nicole Scarpelli” nella splendida località marina di Polignano a Mare (in provincia di Bari) si è svolta la presentazione dell’ultimo libro di Giacomo BalzanoIl vuoto dentro”.

L’autore è uno psicoanalista di indirizzo adleriano che opera da tanti anni nel capoluogo pugliese ed ha all’attivo già diverse pubblicazioni; uno dei suoi saggi, “Giovani del Terzo Millennio”, ha vinto nel 2006 il prestigioso premio di saggistica internazionale “La città delle rose”.

Il vuoto esistenziale

L’argomento di cui si è maggiormente occupato è quello del disagio giovanile che si ritrova anche in questo sua ultima fatica, definita da Balzano “saggio romanzato”, in quanto si ispira liberamente ad alcuni casi affrontati durante la sua lunga esperienza di analista.

Il protagonista de “Il vuoto dentro” è infatti un ragazzino di dodici anni, Marco Alvisa, con un’intelligenza straordinaria (conosce a memoria la Divina Commedia e impara da solo, a quattro anni, il latino). Tuttavia ha un comportamento aggressivo e scostante in classe, con compagni e insegnanti, probabilmente frutto di una situazione di grave disagio che vive in famiglia. Le cose cominciano a cambiare quando la solitudine di Marco incontra quella dell’analista Gianni; è interessante come, in questo libro, medico e paziente siano posti sullo stesso piano. L'analista, pur avendo gli strumenti per guarire il proprio paziente, non è esente da momenti di smarrimento e sofferenza che si rivelano elementi importanti per capire meglio il proprio assistito.

L'empatia del 'guaritore ferito'

Infatti lo scrittore, all’inizio del romanzo, definisce se stesso e l’analista in generale un “guaritore ferito”. Come ha spiegato Balzano durante la serata, secondo il principio dell’empatia contenuto nella psicoanalisi adleriana, se il medico non ha vissuto prima su di sé inquietudini e fallimenti non potrà capire e affrontare la sofferenza di chi gli chiederà aiuto.

La trama è dunque costituita dal percorso esistenziale compiuto dai due protagonisti afflitti entrambi da un senso di vuoto che cercano di colmare compiendo scelte concrete e intrecciando relazioni particolari. "Un vuoto esistenziale piuttosto diffuso nella nostra società che è spesso frutto di una modalità narcisistica di vivere i rapporti e che rischia di portare inevitabilmente alla solitudine e all’isolamento ma frutto anche di una spiccata intelligenza emotiva che non viene capita e indirizzata dalla varie agenzie educative ed è spesso la causa nascosta di comportamenti “borderline”.

Accanto ad un notevole lavoro di introspezione psicologica, compiuto sui personaggi, ritroviamo una trama avvincente che si avvale dell’uso sapiente di flashback e colpi di scena che tengono il lettore incollato alle pagine del romanzo.

I personaggi femminili rappresentati nel libro e in soprattutto quello di Eleonora, per la particolare caratterizzazione conferitagli dall’autore, potrebbero occupare, da soli, lo spazio di un’intera presentazione. Eleonora, la donna amata da Gianni, è davvero una figura misteriosa ed evanescente, compare all’improvviso e scompare, non si sa come e dove. Una sorta di Beatrice di dantesca memoria, come ci spiega l’autore, che ci introduce al tema dell’amore affrontato nel romanzo.

Una tematica che viene spiegata facendo ricorso al mito dell’androgino, secondo cui Zeus avrebbe diviso gli uomini a metà per punirne l’insolenza, indebolendoli: da quel momento in poi ciascuno di essi sarebbe andato in giro, in cerca della metà mancante. Ecco spiegata la concezione dell’esistenza dell’anima gemella che - ci rivela Balzano - troverebbe un riscontro scientifico in alcuni esperimenti compiuti sugli innamorati, sottoposti ad una sorta di risonanza magnetica cerebrale ("neuroimaging") che evidenzierebbe come, nelle persone che si amano si accendono le stesse 12 aree cerebrali che non si accenderebbero, invece, nei singoli. Concezione che ritroviamo ben espressa nelle parole di Gennaro, amico di Gianni, che descrive certe sensazioni in modo visivo, quasi “cinematografico”: “La magia strizzacervelli, la magia.

Ti è mai capitato di incontrare la donna per cui sei convinto che lei stia al mondo solo per te? Non c’è niente di razionale, ci si sente solo attratti, come se forze che i nostri sensi non vedono, ti spingessero ad unirti a lei”.

E’ un viaggio bellissimo quello che si compie all’interno di questo romanzo, tra luoghi, persone, ricordi, personaggi che ti rimangono dentro e con i quali si crea una misteriosa empatia e che vale la pena di intraprenderlo. perché una volta terminato si ritorna, ma un po’ cambiati, con un bagaglio di pensieri più profondo ma anche più agile e leggero. E l'attento pubblico presente in sala e la magica e fitta interazione creatasi nello spazio del dibattito con i presenti ne hanno dato piena conferma.