Il rettore dell'Università di foggia Maurizio Ricci e altre 20 persone sono indagate nell'ambito dell'inchiesta della Procura di Foggia, per irregolarità nella gestione e rendicontazione dei fondi assegnati dal Miur nell’ambito del Pon Ricerca e Competitività 2007-2013. L'accusa è concorso in truffa e abuso d'ufficio. L'ateneo foggiano ha beneficiato di circa dieci milioni di euro, è proprio questa somma ad essere finita sotto la lente d'ingrandimento degli inquirenti. Nella mattinata di giovedì il blitz della Guardia di Finanza nel dipartimento di Agraria ha portato al sequestro di vari computer e documenti.

Il sospetto degli investigatori è che una parte dei finanziamenti erogati dal Ministero dell'Istruzione sia servita anche per pagare gli stipendi di alcuni professori.

L'inchiesta parte dalla denuncia di due docenti

L'indagine, raccontata dal Fatto Quotidiano già nel luglio scorso, è partita dalla denuncia di due docenti (Alessandro Del Nobile e Diego Centonze), che avevano sollevato forti dubbi sull'utilizzo dei fondi, soldi che avrebbero dovuto essere destinati alla ricerca. I due professori, che hanno notato e segnalato alla magistratura diverse anomalie, sono stati rimossi e poi sostituiti da altri docenti. Il blitz della Guardia di Finanza ha causato la sospensione dell'attività didattica e anche delle sedute di laurea che si stavano svolgendo giovedì mattina.

Come scrive il quotidiano la Repubblica, nell'inchiesta della Procura di Foggia risultano 21 indagati: il rettore Maurizio Ricci, l'ex rettore Giuliano Volpe, il direttore del dipartimento di Agraria, Agostino Savi, e altre figure importanti dell'ateneo foggiano.

Il Rettore: operazione con modalità discutibili

Il blitz ha provocato scalpore nella Facoltà.

In una nota il Rettore Maurizio Ricci ha dichiarato di attendere "con serenità che le indagini facciano il proprio corso". Ma ha evidenziato, tuttavia, "le modalità discutibili" con cui è stata eseguita l'operazione della Guardia di Finanza. Secondo quanto riporta il Fatto Quotidiano, fonti dell'Università hanno riferito che durante la perquisizione "sono stati usati modi estremamente bruschi e violenti".

Gli studenti e i loro familiari, presenti per le lauree, sono stati "letteralmente cacciati dal dipartimento e fatti accomodare nel cortile". Interpellato già nel luglio scorso dal Fatto Quotidiano, Ricci si era difeso sostenendo la legittimità del proprio operato.