Secondo l’Istat in Italia nel 2018 ci sono 168,7 anziani ogni 100 giovani, e solo il 14.8% ha un lavoro qualificato, ma mentre i nostri giovani vanno via, il tasso immigratorio è invece in continuo aumento, ben 184.000 stranieri in più dallo scorso anno. Nonostante questo, il totale di persone residenti in Italia è in continuo calo (da circa tre anni) anche per il fatto che il numero di nascite annuali è ancora diminuito, per la precisione sono nove anni di seguito che diminuisce.

Calo demografico da record

Ebbene sì: l'età in cui si diventa genitori è aumentata vertiginosamente, e le nascite annuali sono calate in egual misura.

La popolazione italiana è diminuita di altre 100mila persone dallo scorso anno, dato influenzato dal fatto che gli italiani diventano genitori sempre più tardi, nel 2016 è stato registrato che l’età in cui una donna italiana diventa mamma è di 31 anni, questo dato in continuo aumento, addirittura nel 1980 era di 26 anni. Molto probabilmente l’impennata di questo dato dipende anche dall’innalzamento delle aspettative di vita e dell’aspettativa di vita in buona salute, nel nostro paese la prima ha raggiunto gli 80,6 anni per gli uomini e gli 84,9 anni per le donne mentre la seconda tocca i 60 anni per gli uomini e i 57,8 per le donne. A sorprendere di questo dato è la differenza territoriale, infatti a Firenze l’aspettativa di vita è di 84,1 anni mentre a Napoli 80,7; stessa cosa vale per l’aspettativa di vita in buona salute in cui a Bolzano è di circa 70 anni mentre in Calabria e Basilicata di circa 51.

Ad incidere nel calo demografico c’è anche la significativa diminuzione di nascite all’anno, per il nono anno di seguito in calo. Nel 2017 sono state registrate circa 464 mila nascite che hanno raggiunto un minimo storico e sono il 2% in meno rispetto al 2016; a diminuire sono soprattutto i nati in Italia da entrambi i genitori stranieri aumentando rispetto al passato l’età della popolazione straniera.

Cervelli in fuga

In questi anni uno dei fenomeni che più sta prendendo piede è sicuramente quello dell’immigrazione che si contrappone in qualche modo a quello dell’emigrazione in cui i principali protagonisti sono i neolaureati italiani. Nel 2016 sono oltre 201.000 le persone che hanno acquisito il diritto di cittadinanza e nel 2017 ben 224.000, mentre i laureati andati via dalla penisola sono 25.000 nel 2016, dato che preoccupa molto se si pensa che nel 2013 furono 19.000. I paesi più ambiti della “fuga” sono Regno Unito, Germania, Francia e Svizzera.