Attualmente, se si vuole costruire o acquistare un drone, è importante considerare che una percentuale importante del suo peso complessivo sarà occupata dalla batteria che ne consente l'alimentazione in volo. Finora questo è sembrato un "difetto" insormontabile che si fa sempre più complicato da risolvere quanto più piccole sono le dimensioni del velivolo in questione, a maggior ragione se si tratta di droni delle dimensioni di un insetto. La scelta è tra piccolissime batterie dall'autonomia esigua o tra batterie relativamente grandi rispetto al drone stesso che ne compromettono inevitabilmente la potenza e l'agilità in volo, rendendo di fatto gli insetti-robot solo un'idea interessante ma dall'utilità pratica pressoché nulla.
Il lavoro del team di Washington
Un team di ingegneri dell'Università di Washington è riuscito in un modo alquanto sofisticato ad aggirare il problema. Semplicemente, non occorre utilizzare alcuna batteria. Al suo posto si può utilizzare un laser e un mini pannello fotovoltaico (come quelli per l'energia solare) per alimentare a distanza l'insetto robotico. In questo modo si riesce ad eliminare del tutto l'esigenza di una batteria, diminuendo di molto il peso del drone e ottenendo quindi un grande incremento delle performance e un'autonomia senza limiti di tempo. Con questo sistema è finalmente possibile realizzare droni dalle dimensioni di una mosca e RoboFly (letteralmente mosca-robot) è il primo del suo genere.
Il funzionamento è relativamente semplice: sul piccolo robot è posizionato un mini pannello solare sul quale viene puntato con precisione un laser che ne fornisce l'energia in volo, senza utilizzo di fili o batterie di alcun genere. Per il momento, gli ingegneri del team del professor Sawyer Fuller, sono riusciti a costruire un RoboFly che può solamente alzarsi in volo e atterrare, ma adesso sono al lavoro per risolvere problemi di controllo automatico non proprio banali.
La strada è ancora lunga...
Innanzitutto, è necessario trasferire l'energia dal pannello fotovoltaico alle ali in maniera variabile, in modo da modificare la direzione di volo e consentire degli spostamenti agili in aria. Per fare questo è necessario un micro-controllore dalle dimensioni estremamente ridotte per regolare l'orientamento e la potenza delle singole ali (ispirate a quelle di una mosca e non semplici eliche) a seconda degli input del radiocomando.
Ma nel momento in cui il drone inizia a muoversi in aria sarà anche necessario orientare con precisione il laser sul pannello collegato ad esso, problema non da poco considerate le piccole dimensioni del pannello e i suoi movimenti più o meno repentini in aria. Ovviamente, come è facile immaginare, anche se la soluzione proposta da RoboFly elimina la necessità delle batterie, introduce alcuni limiti che in alcuni casi possono non essere accettabili. Sarà necessario utilizzare una base che provvederà a proiettare il laser sul drone, e bisognerà valutare quanto effettivamente il sistema si rivelerà efficiente a grandi distanze e in ambienti con ostacoli e visibilità laser interrotta o ridotta (ad esempio all'interno di edifici o in ambienti boschivi).
Ciononostante, le possibilità che i droni ispirati agli insetti offrono sono ancora quasi del tutto insesplorate, l'idea di cui RoboFly si fa pioniere apre le strade allo sviluppo di una tecnologia interessante ma da sempre limitata dalle ingombranti batterie, che adesso non sono più indispensabili. Sarà possibile usarli per sistemi di manutenzione automatica e di intervento in aree ad accesso complesso, per sistemi di sorveglianza discreta civili o militari, impollinazione artificiale e tutela degli ecosistemi o semplicemente ad uso privato per hobby (gare o fotografia ad esempio). Si aprono le porte verso lo sviluppo di droni ispirati sempre di più agli insetti nel modo di volare e anche nel modo di osservare e analizzare il territorio, perché è sempre da madre natura che la tecnologia trova ispirazione per le idee migliori.