'Benetton United color rosso sangue': questa scritta ha tappezzato ieri notte le vetrine dei punti vendita Benetton in via Bernardino Luini, nel centro di Como e ad Erba in Corso XXV Aprile. A firmarla Forza Nuova, gruppo di estrema destra. Per una curiosa coincidenza, nelle stesse ore, una scritta, poi rimossa in mattinata, fatta con la vernice rossa, diceva: “Genova: sappiamo il nome di chi è stato'. Era comparsa su una delle vetrine del negozio Benetton di via Rizzoli a Bologna a firma di 'Noi restiamo', organizzazione politica di estrema sinistra con tanto di falce e martello.

L'aver dato una festa a Cortina D'Ampezzo nella stessa sera del crollo del ponte di Genova, costato la vita a 43 persone, non ha scatenato solamente indignazione nei confronti della famiglia Benetton, ma azioni dimostrative che hanno destato l'interesse della polizia, contenenti un preciso messaggio rivolto ai cittadini: boicottare l'azienda dei maglioni colorati che è azionista di maggioranza di Autostrade per l'Italia. In parole povere, è la proprietaria del tratto autostradale dove è crollato il ponte.

Forza Nuova contro Benetton: 'dovere di boicottare il mostro'

Era già successo ad Alessandria il 19 agosto: militanti del gruppo di estrema destra, Forza Nuova, avevano appeso su un punto vendita cittadino della catena di abbigliamento uno striscione con la scritta "Benetton United color rosso sangue".

Ora la stessa scritta è comparsa nei punti vendita di Como e di Erba. Rosso è il sangue versato dalle 43 vittime sul ponte "abbandonato all'incuria e al cinismo del puro profitto economico". Per Forza Nuova, il marchio Benetton racchiude la storia di un'azienda che, dopo il fallimento nel settore della moda, ha 'dribblato' nel settore delle infrastrutture per guadagnare senza spendere, simbolo di "un capitalismo senza concorrenza, quello regalato (più che concesso) da uno Stato in bancarotta politico-morale".

Per questi motivi, la formazione di estrema destra ritiene che sia dovere degli italiani boicottare il marchio e "rendere giustizia alle vittime".

'Genova, sappiamo chi è stato'

Mentre a Bologna, la sigla antagonista 'Noi restiamo', su una vetrina laterale del negozio Benetton di via Rizzoli ieri notte ha lasciato la scritta: 'Genova, sappiamo chi è stato'.

Anche in questo caso il riferimento è alla famiglia Benetton, principale azionista della 'Atlantia' che controlla Autostrade per l'Italia, concessionaria di tremila chilometri di autostrade italiane.

Strage del ponte, i Benetton non rinunciano alla festa

Cosa è accaduto da far diventare i Benetton oggetto di gogna mediatica, discussione politica e infine di azioni 'eversive'? Solo tre giorni dopo la tragedia, i vertici di Autostrade hanno deciso di venire allo scoperto e l'hanno fatto nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta in un albergo genovese. Sono arrivate le 'scuse' alla città di Genova e agli italiani, ma poco convincenti, dichiarazioni di intenti e promesse: un nuovo ponte in acciaio da costruire in otto mesi, un maxi risarcimento per i 533 sfollati dall'evacuazione di undici palazzi situati sotto il ponte della morte.

Per il momento non ci sono indagati nell'inchiesta aperta dalla procura di Genova che ipotizza i reati di omicidio colposo plurimo, disastro colposo conseguente a crollo d'immobile e attentato colposo alla sicurezza dei trasporti. Ci sono, però, nel comportamento della famiglia Benetton, quantomeno dimostrazioni di mancanza di sensibilità nella tragedia accaduta. Il 14 sera, a poche ore di distanza dal crollo del ponte, come raccontato ieri da Il Fatto quotidiano, Sabrina, 44 anni, figlia di Gilberto Benetton, ha dato un party in uno chalet a Cortina D'Ampezzo, per festeggiare i 52 anni di suo marito, l'affermato commercialista trevigiano Ermanno Boffa. La tragedia di Genova non ha fermato la festa.

Il giorno dopo, c'è stato il pranzo di Ferragosto con 90 invitati nella villa di Giuliana Benetton, sempre a Cortina. Solo il 18 agosto, proprio quando il premier, Giuseppe Conte, annunciava la revoca della concessione autostradale, la famiglia ha rotto il silenzio con una nota ufficiale per esprimere cordoglio e vicinanza a chi è stato colpito dagli eventi del 14 agosto.