“Mostro hai ucciso mio marito senza pietà. Senza pensare ai bambini”. Poche drammatiche parole, vergate in rosso su di un grande lenzuolo bianco sono apparse da poche ore davanti ad un’abitazione in via Sferracavallo a Palermo. Il messaggio sembra essere stato scritto dalla moglie di Cosimo D’Aleo, muratore 42enne, freddato a colpi di pistola martedì sera da Pietro Billitteri, di 60 anni, un vicino di casa della palazzina nella frazione marinara del capoluogo siciliano.

L’omicidio sarebbe giunto al termine dell’ennesima lite tra i condomini, che da tempo erano in pessimi rapporti.

Questa volta a provocare lo scontro tra i due sarebbe stato il fumo generato dalla grigliata di carne che la vittima stava preparando all’esterno della sua abitazione al piano terra.

L’arma dell’omicidio, una pistola trovata per caso in un cassonetto

A quanto pare, Billitteri, infastidito per il fumo che stava invadendo il suo appartamento al primo piano della costruzione, avrebbe protestato con il vicino, ma i toni sarebbero subito degenerati, tanto da spingerlo a tornare a casa e prendere l’arma, detenuta illegalmente. L’omicida, incensurato, lavora presso la Rap, l'azienda di igiene ambientale di Palermo.

E proprio durante la sua attività di disinfestatore avrebbe trovato per caso in un cassonetto la pistola calibro 38 con cui ha ammazzato il vicino, sparandogli due colpi al torace, davanti alla moglie ed ai familiari.

L’uomo non avrebbe retto all’ennesima provocazione della vittima, che non si è fermata con gli insulti nemmeno alla vista dell’arma: “Tanto non ha le p...e per spararmi” sarebbero state le ultime sue parole, prima di cadere a terra ferito a morte.

Le continue provocazioni della vittima

Billitteri, sconvolto, si è inizialmente chiuso in casa e poi è scappato sulla sua Ford Fiesta, ritrovata in città dagli uomini della squadra mobile poco dopo, abbandonata in via Giulio Verne.

Il fuggitivo si è nascosto fino a notte inoltrata in un magazzino alla Marinella. Qui gli agenti lo hanno rintracciato, per poi condurlo in Questura, dove è stato interrogato ed ha spiegato i motivi che l’avrebbero spinto a compiere quel gesto estremo.

In molti ora dicono che questa tragedia era evitabile. Infatti le liti tra i due continuavano da tempo: a quanto pare ad innescarle erano spesso le provocazioni di D'Aleo, già accusato di rapina, aggressioni e violenze anche in famiglia.

L’assassino, incensurato, ha invece raccontato agli inquirenti che quell'uomo aveva trasformato la sua vita in un inferno: “Insultava me e mia moglie ogni volta che gli passavamo davanti, ero stufo delle continue minacce” ha dichiarato. Anche martedì sera, in quell'ultimo litigio scoppiato improvvisamente, proprio mentre stava per recarsi al lavoro per il turno notturno, non sarebbero mancate le offese.

In particolare, a scatenare la rabbia di Billitteri sarebbe stato un gesto della vittima, che gli avrebbe strappato la camicia col forchettone che stava utilizzando per cuocere la carne sul barbecue. E pensare che l’omicida raccontava a tutti di essersi trasferito in quella casa vicino al mare proprio perché desiderava una vita più tranquilla.