Ad oggi la situazione sembra essere cambiata radicalmente. Con il crollo del ponte Morandi, uno dei ponti principali che si stagliano su Genova, la città stessa e le amministrazioni cercano di fare chiarezza sui fatti. Sempre più confusionarie le comunicazioni, con chi tenta di scaricare la colpa e chi invece cerca di coprire ogni possibile traccia di quanto accaduto nel tentativo che tutto venga dimenticato quanto prima. A portare ulteriori dettagli alla luce in merito alla questione "responsabilità" è il settimanale L'Espresso, che ha di recente pubblicato una lettera con la quale Michele Donferri Mitelli, direttore della manutenzione, avvisava il Ministero delle infrastrutture della pericolosità di quel ponte.

Tra le righe, il direttore Donferri Mitelli sollecitava il Ministero ad approvare il progetto di rinforzo del ponte nello scorso 28 febbraio 2018. All'interno della lettera è possibile leggere testuali parole: 'si vuole evidenziare che il progetto è stato mandato in approvazione il 30/10/2017 e che l'emissione è già di fatto fuori dalle tempistiche previste'.

La lettera può essere una svolta per le indagini

La lettera portata alla luce dal settimanale L'Espresso evidenzia ancora una volta l'importanza e l'urgenza di quei lavori di rinforzo che sarebbero dovuti essere avviati quanto prima, ma che mai hanno ricevuto approvazione da parte delle agenzie competenti. Secondo quanto dichiarato dal settimanale stesso, la lettera pubblicata sarebbe solo la seconda di cinque che lo stesso direttore Michele Donferri Mitelli ha inviato nell'arco di tempo che va dal 6 febbraio al 13 aprile di questo anno.

All'interno della stessa richiesta, Mitelli avvisa sia la direzione per la vigilanza delle Autostrade che il Provveditorato in merito alle tempistiche di svolgimento dei lavori che potrebbero protrarsi fino al 2020 e che a causa di questi ritardi potrebbero essere compromesse sia la pianificazione economica che la sicurezza stessa.

Numerose sono le richieste e le sollecitazioni, ma una risposta positiva arriva solamente nel mese di giugno, ritardando ancora una volta quei lavori considerati urgenti e che mai saranno effettuati sul ponte Morandi.

Il viadotto, infatti, è crollato appena due mesi dopo la concessione dell'autorizzazione ai lavori di rinforzo, togliendo la vita a circa 43 persone ed obbligando le autorità locali a sgomberare un intero quartiere. Nonostante le numerose interviste in cui le autorità garantivano la sicurezza di quel ponte, nessuno può modificare quanto comunicato dai documenti pubblicati negli ultimi giorni.