Una vicenda gravissima si è verificata martedì 18 settembre nel Lazio, precisamente nel carcere del quartiere romano di Rebibbia. All'interno della casa circondariale della zona, infatti, una donna di nazionalità tedesca di appena trentuno anni ha improvvisamente lanciato i suoi due bambini dalle scale, provocando la morte del più piccolo, una bimba di appena sei mesi, e mandando in codice rosso l'altro, un piccolo di appena due anni, costretto ad essere ricoverato presso l'ospedale Bambin Gesù dove i medici stanno tentando di fare di tutto pur di salvarlo.

Secondo quanto riferito dal quotidiano Il Messaggero, infatti, è il primo caso in Italia in cui una donna uccide o tenta di uccidere i propri bambini tra le mura di un carcere.

Scatto d'ira di una detenuta: lancia i suoi figli dalle scale del carcere di Rebibbia

Secondo quanto si apprende dal quotidiano in questione, pare che la donna abbia atteso che tutte le altre detenute si mettessero in fila per prendere il proprio pranzo. In quel momento, ha approfittato della situazione per prendere in braccio la piccola nel passeggino e l'altro bimbo e per avvicinarsi alle scale della sezione nido del carcere di Rebibbia, lanciando letteralmente i suoi due figli dalle scale con una violenza inaudita. La più piccola purtroppo è morta sul colpo, mentre il maschietto è in gravi condizioni, attualmente in prognosi riservata ricoverato in ospedale.

La vicenda verificatasi nelle scorse ore ha fatto sì che si scatenasse ancora una volta un coro bipartisan che insiste per lasciare i figli di donne detenute al di fuori delle carceri.

Nel frattempo la Procura e il ministero della Giustizia hanno avviato le indagini per tentare di ricostruire la dinamica dell'incidente e accertare le eventuali responsabilità.

Pare che la detenuta tedesca avesse già subito alcuni controlli medici e l'area medica del carcere di Rebibbia era già stata informata di alcuni disagi psichici che la stessa aveva manifestato in passato, con tanto di segnalazioni cartacee presenti negli archivi e relazioni dagli agenti della polizia penitenziaria. Questo gesto è stato probabilmente l'epilogo di un problema che tutti i presenti avevano sottovalutato.

Se per la bimba piccola non c'è stato nulla da fare, adesso si prega per le condizioni del bambino di due anni, che ha subito un trauma con danno cerebrale severo e nelle prossime ore verrà sottoposto ad un intervento neurochirugico.