Sono ancora ricoverati al policlinico San Martino di Genova, ma nella stessa stanza definita scherzosamente 'matrimoniale'. Sono sopravvissuti al crollo del ponte, l'ucraina Natasha Yelina, di 43 anni, e il moldavo Eugeniu Babin, di 34, coppia nella vita.

Da Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, dove abitano, in quel tragico 14 agosto erano partiti all'alba per andare a fare le vacanze in Francia, tra la Costa Azzurra e la Provenza. In un attimo il disastro, il viadotto è venuto giù. Scampati alla morte, dopo 13 anni di unione, hanno deciso di non indugiare più e di sposarsi appena potranno.

Crollo del ponte, come in un film di fantascienza: vivi per miracolo

Precipitati dal ponte crollato alle 11 e 36, come in uno spaventoso film. Sollecitati a ricordare, al Corriere della Sera hanno raccontato quei terribili momenti, Natasha ed Eugeniu. Eugeniu ricorda che mentre erano in viaggio in auto e stavano percorrendo il ponte Morandi, all'improvviso sono "saliti" con la struttura e subito dopo sprofondati tra le macerie del pilone. Ma tutto gli sembra assurdo, inimmaginabile e non si capacita che possa essere davvero accaduto.

Anche Natasha ricorda il momento in cui il ponte si è alzato e ha pensato a uno dei tanti ponti levatoi di San Pietroburgo in Russia che si sollevano. Ma poi ha capito che stava accadendo qualcosa di atroce.

Quindi il crollo e la caduta.

Quattro ore nel terrore di non essere trovati

Dopo è seguito il sollievo di riuscirsi a parlare e di scoprire d'essere vivi mentre entrambi muovevano mani e braccia per esserne certi. Erano vivi sia pure in condizioni difficilissime: al buio, sovrastati da detriti, sabbia, vetri, cemento, schiacciati in 50 centimetri di spazio per respirare.

Quindi sono seguite quattro ore nel terrore che i soccorritori non si accorgessero di loro e non riuscissero a sopravvivere. "La nostra paura più grande era che non ci trovassero", hanno detto. Il pensiero è andato al figlio di lei, Bogdan di 20 anni, avuto da un precedente matrimonio, e ai genitori anziani che sarebbero rimasti soli.

Allora hanno suonato il clacson dell'auto, ma poi la batteria si è esaurita. Quindi si sono messi ad urlare. Poi Eugeniu ha trovato il cellulare e cercava di comporre il numero delle emergenze. Nel frattempo il cellulare di Natasha squillava, ma lei era sotto shock. Finalmente il ritorno alla vita: voce dei vigili del fuoco che gli diceva di non preoccuparsi e che li stavano andando a salvare. Li hanno ritrovati a testa in giù nell'auto sotto un gigantesco cumulo di macerie.

Un vigile del fuoco, dopo che la coppia era stata estratta, ha anche risposto al cellulare di Natasha che continuava a squillare rassicurando il figlio di lei. Una volta in ospedale, hanno poi trovato la forza di fare un breve video postato su Facebook per rassicurare amici e parenti.

Ringraziano tutti i loro 'salvatori' dai vigili del fuoco ai medici che gli hanno prestato ogni cura e di averli messi in stanza insieme per farli stare bene anche moralmente.

L'annuncio delle nozze

L'annuncio l'hanno dato dalla stanza che dividono in ospedale. Non appena staranno meglio e saranno dimessi, lui tra qualche giorno, lei tra tre settimane, organizzeranno un bel matrimonio e in chiesa: "Perché Dio quel giorno ha conservato un piccolo nido per noi", ha detto Natasha. Poi torneranno a Santa Maria Capua Vetere dove lui è parrucchiere e lei lavora come estetista nel suo negozio. Ora devono affrontare i dolori fisici. Seguiranno quelli psichici, come ben sa Natasha che è laureata in psicologia. Ma sanno di essere stati miracolati e non vogliono più temporeggiare: dopo 13 anni di unione è il momento di sposarsi e di dare valore a ogni momento della vita.