L'Agenzia delle Entrate ha spedito due cartelle esattoriali pesantissime ad un gruppo di 24 trafficanti stupefacenti. Gli spacciatori di grandi quantitativi di sostanze stupefacenti erano stati fermati nell'ambito di un'indagine tra Brescia e Trento. Uno degli spacciatori è un 54enne marocchino e vive a Brescia. Gli altri tra Vicenza, Trento, Perugia, Ravenna, Reggio Calabria, Bergamo e Rimini. Sono stati fermati. Ora, oltre alla condanna penale da scontare preso le carceri, se sarà accertata la loro responsabilità, dovranno quindi pagare al Fisco la somma di 5 milioni di euro.
La somma è calcolata sui guadagni presunti e mai dichiarati ovviamente, che risalgono agli anni 2015 e 2016.In aggiunta alle somme non dichiarate l'Agenzia delle Entrata ha calcolato anche gli interessi dovuti dai narcotrafficanti.
Ma a quanto ammonterebbero i guadagni del gruppo?
Cifre esorbitanti che sicuramente comuni cittadini con un stipendio "medio" non si sognano neppure lontanamente di mettersi in tasca. Calcolando infatti che nel 2015 l'organizzazione ha venduto hashish per 147 chili e cocaina per 3 chili, i guadagni per quel solo anno sono stati di 4 milioni e 781mila euro. Per l'anno successivo gli affari sono andati un po' meno bene. Infatti nel 2016 gli spacciatori avrebbero guadagnato "soltanto" 3 milioni e 920mila euro, provenienti dalla vendita di 187 chili di hashish.
Somme che fanno venire il capogiro e che sono state calcolate in base ad alcuni indicatori di cui il Fisco ha tenuto conto. L'Agenzia delle Entrate ha stimato che dal quantitativo di hashish venduto si sarebbero ricavate 2.067.800 dosi. Calcolando le percentuali di diluizione indicate in tabella dalla magistratura, si sarebbe giunti al prezzo totale dello "spaccio" (1,5 euro a dose) ed alla conseguente somma dovuta al Fisco.
Stesso discorso valido per la cocaina, con 70 euro a dose con 24mila dosi acquistate dai consumatori.
L'Agenzia delle Entrate ha agito come se il traffico di droga fosse una vera e propria impresa.
Nelle cartelle esattoriali spedite infatti, una trentina di pagine, è presente una dicitura in grassetto sulla premessa che appunto ritiene l'attività del gruppo inquadrabile dal punto di vista fiscale come un'impresa finalizzata alla cessione di beni al dettaglio e come tale soggetta ai fini dell'Irpef, dell'Iva e dell'Irap. Questa è la giustificazione ultima, da parte del Fisco, per il recapito delle cartelle esattoriali ai 24 presunti spacciatori.