Che ci fanno degli squali in un centro commerciale? In Cina a quanto pare non basta più la "semplice" vasca di pesci rossi al posto del pavimento. Al 'Wuyue Plaza', famoso shopping center della città di Jianxing, la maggior attrazione è costituita da un anomalo acquario di pescecani al posto della pavimentazione ordinaria.

Fatto sta che alcuni giorni fa, una botola della vasca in cui nuotavano alcuni esemplari di squalo limone era aperta e una donna correndo è scivolata e caduta all'interno. Sono seguiti momenti di panico e terrore.

Vasca di squali al centro commerciale, una donna ci cade dentro

La scena è stata ripresa dalle telecamere del centro commerciale e le immagini divulgate sul web sono diventate subito virali e la notizia ha fatto il giro del mondo. Nel filmato si vede una donna che attraversa correndo una passerella molto particolare, un ponte di collegamento tra due lati della struttura commerciale, ma al posto del pavimento c'è una vasca in cui nuotano alcuni squali. La donna impiegata nello shopping center, è inciampata e scivolata: prima ha sbattuto la testa, poi è caduta nell'acqua tra gli squali. Aveva fretta di andare a una riunione e ha ignorato il divieto, obbligatorio per tutti, di attraversare il ponte durante l’orario dei pasti quando gli addetti danno da mangiare ai temibili pesci predatori.

Per questo la botola era aperta.

E così è finita nella vasca dei pescecani affamati in attesa d'essere nutriti. La fortuna della malcapitata è stata che il personale del centro commerciale si è accorto subito dell'accaduto ed è prontamente intervenuto. Miracolosamente illesa, è stata salvata da due guardie della sicurezza dopo un minuto di puro terrore.

Gli squali limone soprannominati "limone dai denti aguzzi", sono tra le specie più studiate e si adattano a vivere in cattività. Se provocati attaccano l'uomo: il loro morso è potente.

Squali, vittime della plastica e della moda delle zuppe

Usati come attrazione in contesti inopportuni o raccontati dal cinema come spietati killer acquatici, gli squali sono sempre più minacciati dall'uomo, vero e incontrastato predatore.

In Australia quest'estate un pescatore dopo aver catturato uno squalo tigre, gli ha estratto dalla pancia un deposito di buste di plastica. L'esemplare era finito nella rete proprio perché era gonfio e malato. Allo stesso modo, di recente nel mar Mediterraneo una ventresca è rimasta impigliata nelle reti da pesca perché aveva un pezzo di plastica ad anello che gli ha chiuso il muso decretando la sua fine. Le verdesche nel 'mare nostro' sempre più inquinato, sono state classificate in pericolo critico per ingestione sia di micro che di macro plastiche.

Esiste poi una pratica spietata, lo 'shark finning' ovvero il taglio delle pinne mentre i pescecani sono ancora vivi e tutto questo per fare zuppe di pinne di squalo anche chiamate di ali di pesce, molto redditizie e di gran 'moda'.

L'animale mutilato viene rigettato in mare e lo attendono giorni di agonia prima di morire soffocato incapace di nuoare. In Cina, a Hong Kong, in Vietnam, il piatto, status symbol di ricchezza, è servito in banchetti matrimoniali e cene di rappresentanza.

Si calcola che ogni anno vengano uccisi 90-110 milioni di squali: da solo il mercato delle pinne conta circa 70-80 milioni di esemplari uccisi all'anno. Gli squali sono dunque ad altissimo rischio di estinzione con ripercussioni su titto l'ecosistema marino.

In Europa, uno dei maggiori esportatori di pinne di pescecane verso l'Asia, in particolare verso la Cina che è uno dei più grandi consumatori al mondo, dal 2011 vige per le imbarcazioni che pescano nelle acque dell’Unione europea il divieto assoluto di spinnamento. Ma esiste un incontrastato mercato illegale.