E'uno dei sistemi di messaggistica istantanea più utilizzati, merito della velocità e la facilità di utilizzo: parliamo ovviamente di WhatsApp, diventato oramai strumento molto utile di comunicazione per gli utenti. Capita però che questo strumento di comunicazione possa venire usato per motivi illeciti: è il caso di un giovane ragazzo di 19 anni che, tramite un gruppo Whatsapp e utilizzando un linguaggio in codice, distribuiva e spacciava droga ad altri ragazzi. Ciò che potrebbe aggravare la posizione del giovane è quella che fra i 'clienti' del giovane ci fossero anche quattro minorenni.

Un'attività illecita che andava avanti da un anno e che è stata intercettata grazie al prezioso lavoro dei carabinieri di Portogruaro.

Il 19enne agli arresti domiciliari per spaccio di droga

Per questo motivo il ragazzo della provincia di Venezia è stato posto agli arresti domiciliari in esecuzione di una procedura cautelare avviata dal Gip di Pordenone. Il giovane è ritenuto responsabile di diversi episodi di spaccio, quantificati in una decina, un'attività che parte già dall'agosto 2017 e che si è conclusa a giugno 2018, nei comuni di Concordia Sagittaria e Teglio Veneto, in provincia di Venezia, e a Cordovago, un paese vicino Pordenone.

Ad aggravare la posizione del 19enne è il fatto che fra i suoi 'clienti' ci fossero anche quattro minorenni, residenti a Cordovado, Cinto Caomaggiore, Portogruaro e San Vito al Tagliamento.

Nel gruppo i membri utilizzavano un linguaggio in codice, che poi è stato interpretato dai carabinieri di Portogruaro, che sono riusciti a ricostruire la modalità attraverso cui si effettuava lo spaccio di droga, nello specifico di marijuana.

WhatsApp, l'utilizzo dei gruppi come mezzo di comunicazione

Uno dei servizi più utilizzati di WhatsApp è sicuramente il gruppo: grazie a questo, è possibile comunicare fra più persone, sotto la guida dell'amministratore che ne gestisce gli argomenti ed eventuali eccessi nelle parole dei membri del gruppo.

E'diventato quindi uno strumento utile a livello lavorativo ma anche da esempio a livello sportivo (pensate all'utilizzo che ne potrebbe fare un allenatore, magari per diramare le convocazioni o per lanciare comunicazioni ufficiali alla propria rosa dei giocatori). Purtroppo però ci sono anche casi di utilizzo illecito di WhatsApp, proprio come è successo con il ragazzo della provincia di Venezia