Gli agenti della Municipale di Treviso avevano impiegato diversi mesi per arrestare un nigeriano che spacciava sostanze stupefacenti. Uno sforzo, però, inutile in quanto il richiedente asilo non è rimasto dietro le sbarre. In virtù dei benefici di legge, l'uomo è stato rimesso in libertà. Ebbene sì, sembra un paradosso ma in Italia accade questo. Un uomo colpevole di uno dei crimini più gravi non resta in cella ad espiare la sua pena. La vicenda è iniziata diversi giorni fa, quando alcuni giornali avevano riportato la notizia dell'arresto, a Treviso, di un pusher nigeriano di 21 anni, che alloggiava nella caserma Serena di Dosson.

Treviso, beccato con 250 grammi di marijuana

Era da un po' di tempo che i poliziotti monitoravano quel nigeriano ma, solo nei giorni scorsi, il cerchio si è chiuso. L'uomo era in bici, nel centro storico, ed aveva con sé 250 grammi di marijuana e una specie di taccuino in cui annotava i nominativi di altri soggetti a cui doveva consegnare le dosi da spacciare. La droga e l'agenda sono state scoperte dagli agenti durante la perquisizione. Per il migrante sono immediatamente scattate le manette. Non finisce qui: nella caserma Serena sono stati trovati altri 230 grammi di marijuana. Nella camera del richiedente asilo, invece, sono stati scoperti diversi telefonini, denaro in contanti (250 euro) e una carta prepagata.

In poche parole, il nigeriano era in possesso di circa mezzo chilo di droga, pronta per lo spaccio.

La rabbia del sindaco Mario Conte

Dopo l'arresto è iniziato il giudizio con rito direttissimo. Il migrante è stato condannato a due anni di reclusione per detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Nonostante la condanna, l'uomo non è rimasto nel penitenziario e, in virtù dei benefici di legge, è tornato libero.

Il magistrato, inoltre, ha obbligato i poliziotti di restituire al 21enne i soldi, la carta prepagata e i telefonini trovati nella caserma Serena in occasione della perquisizione. Il sindaco leghista Mario Conte è su tutte le furie e promette di presentare al vicepremier Salvini una relazione precisa in quanto è ingiusto gettare all'aria mesi di accertamenti per l'assenza di certezza della pena.

Conte rivendica rispetto per le forze dell'ordine e per i cittadini che reclamano sicurezza. Il primo cittadino ha anche evidenziato che il nigeriano non è un semplice pusher ma un vero e proprio grossista dello spaccio. Il giudice ha ordinato alla Polizia di restituire il denaro al nigeriano perché non è certo che sia il ricavo dello spaccio.