Zoubida Chakir non si è mai data per vinta: ha continuato a cercare ovunque la figlia, Imane Laloua. La giovane è scomparsa nel settembre del 2003, mentre si stava recando da Montecatini a Prato, per tornare dal marito, con cui si era sposata tre anni prima. Eppure la donna, di origini marocchine, sembrava essere svanita del nulla. Ora, proprio grazie ad un confronto con il Dna della madre, si conosce con certezza la sorte della ragazza: una parte dei suoi poveri resti è stata casualmente ritrovata da un camionista il 21 giugno del 2006. Erano conservati in alcuni sacchi di plastica abbandonati in un tratto di boscaglia vicino ad una piazzola di sosta dell’autostrada del Sole, in località Villa Vecchia, nei pressi del casello di Barberino di Mugello.
Il macabro ritrovamento dei resti nel 2006 e la pista dei satanisti
Resta ora da capire chi abbia ucciso la giovane e perché lo abbia fatto. Quando avvenne il ritrovamento gli inquirenti pensarono ad un sacrificio umano, legato ai riti satanici compiuti da alcune sette che si riunivano in zona. A far propendere per questa ipotesi era stato anche il modo in cui gli assassini avevano sezionato il cadavere, forse utilizzando un seghetto circolare, e legato tra loro alcune ossa, mentre altre – come quelle del cranio, delle mani e dei piedi e cinque vertebre – non sono state mai rinvenute.
Secondo i periti la morte della vittima risaliva ad almeno due anni prima della macabra scoperta. Le forze dell’ordine però non riuscirono a trovare nessun elemento concreto che collegasse quei resti ai gruppi di satanisti, né seppero identificare a chi appartenessero, tanto che alla fine l’indagine fu archiviata con un nulla di fatto.
Le indagini sono riprese nel 2017 con le analisi del Dna
Per anni la vicenda era finita nel dimenticatoio; poi, nel 2017, la procura di Prato ha riaperto il fascicolo, ordinando nuove analisi su quelle ossa. Così il genetista Ugo Ricci ha potuto confrontare il Dna rinvenuto su quei frammenti con quello della madre di Imane Laloua, arrivando finalmente a dare un nome alla vittima.
A questo punto le indagini sono passate, per questioni di competenza geografica, alla procura di Firenze, nel cui territorio ricade il luogo del ritrovamento dei resti della donna. Ad occuparsene è il pm Giuseppina Mione che indaga contro ignoti per i reati di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Il procuratore Giuseppe Creazzo è arrivato anche a lanciare un appello nei confronti di chiunque abbia informazioni sul caso, affinché collabori con le forze dell’ordine.
A quanto pare non è stata abbandonata la pista della setta satanica. Nel frattempo su Facebook Zoubida Chakir ha dedicato alla figlia scomparsa, di cui adesso conosce il tragico destino, un’immagine con un commosso ricordo.