Sembra ormai ricostruita la catena di eventi che ha portato Bari al centro dell'attenzione nazionale per il verificarsi di 8 casi di morbillo. Pare che il primo anello di tale catena sia costituito da una bimba di 10 anni, presentatasi al pronto soccorso dell'ospedale 'Giovanni XXIII' di Bari, il 23 ottobre, con difficoltà respiratorie e febbre alta. Ricoverata in osservazione, la bimba era stata poi dimessa con la diagnosi di mononucleosi, ma in realtà aveva il morbillo, come si è scoperto tre giorni dopo il suo rientro a casa. La catena di contagi ha poi interessato tre famiglie tra loro imparentate e tutti i casi riguarderebbero persone non vaccinate.
Morbillo: per l'Ordine dei Biologi improprio parlare di epidemia
Al momento, il numero totale di casi resta fermo a 8, di cui 5 riguardanti minori (tra cui un bimbo di 11 mesi) e 3 riguardanti adulti. Si è molto insistito, in questi giorni, sul fatto che il probabile caso-indice sia stato rappresentato da una bimba non vaccinata, nonchè sulla diagnosi errata da parte dei medici del 'Giovanni XXIII', anche se i sintomi del morbillo possono essere difficilmente riconoscibili prima della fase esantematica. L'Ordine dei Biologi, invece, è intervenuto sulla vicenda con un atteggiamento fortemente critico nei confronti dei mezzi d'informazione. Per prima cosa, l'Odb sottolinea come non sia possibile parlare di epidemia (come invece ha fatto parte della stampa e dei media) a fronte di 8 casi di una malattia che negli anni Novanta si manifestava anche in 30.000 casi all'anno 'senza che ciò costituisse allarme'.
Un'epidemia, ricorda l'Odb, si ha quando una malattia colpisce un numero di persone significativamente più alto dell'atteso in una determinata popolazione e in un dato lasso di tempo: non è sicuramente questo il caso.
Dall'OdB alcuni dati su cui riflettere
L'intervento polemico prosegue tuttavia con la presentazione di alcuni dati che, più o meno direttamente, vanno a mettere in discussione la prevenzione del morbillo tramite campagne di vaccinazione a tappeto.
Si fa notare, infatti, come di recente una epidemia di morbillo abbia interessato la Mongolia, Paese dove la copertura vaccinale è al 97%. Si cita poi il caso dell'Ucraina, dove si passò dai 39 casi del 2010, con copertura vaccinale al 56%, ai 12.744 casi del 2012, con copertura vaccinale al 79%. L'Odb conclude affermando, testualmente, che la copertura vaccinale non ha mai comportato una diminuzione della morbilità, ma come anzi i dati tendano a dimostrare il contrario.