Quale sia l’attesa per il varo del reddito di cittadinanza lo dimostrano le 500 mila domande che sarebbero state inviate on line su un sito fake chiamato ‘Imps’. A rivelarlo sono gli stessi autori del sito fasullo, i responsabili dell’agenzia di comunicazione Ars Digitalia di Napoli, che hanno voluto, con questa iniziativa, sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi della sicurezza informatica e sulla scarsa capacità da parte degli utenti del web di filtrare correttamente le informazioni che riceve i canali informatici.

Richiesta per il reddito di cittadinanza: il falso sito ‘Imps’

Il design era del tutto simile a quello dell’Inps (istituto Nazionale Previdenza Sociale) ma sia la sigla, Imps, che il suo significato, Istituto Mondiale Provvidenza Solare, avrebbero dovuto suscitare più di un allarme tra gli internauti sul fatto che si erano imbattuti in un sito fasullo, ma così non è stato per centinaia di migliaia di cittadini in attesa di poter fare richiesta del reddito di cittadinanza.

Altro indizio eclatante poteva essere il fatto che le note informative sul reddito di cittadinanza erano tradotte a beneficio degli immigrati sulla falsariga di ‘Reddido di giddadinaza’. Una precisa infografica, inoltre, informava sugli importi dell’assegno, specificando che poteva essere richiesto anche dai celiaci.

Nel caso in cui l’incauto aspirante al sussidio contro la povertà non fosse ancora riuscito a comprendere la burla, avrebbe dovuto pensarci la frase posta in calce al sito web che informava chiaramente del fatto che ‘Il sito è stato sviluppato a fini ludici’.

Gli autori dello scherzo: 500 mila persone hanno inserito i loro dati

L’iniziativa dell’agenzia napoletana aveva un’iniziale scopo satirico che era quello di prendere in giro i politici dopo una campagna elettorale giocata su chi faceva la promessa più grossa, ma si è ben presto rivelata, come ammesso dagli stessi autori, un interessante esperimento sociale sulla capacità degli utenti del web di distinguere una notizia vera da una falsa e sulla sicurezza informatica, vista la facilità con la quale vengono comunicati i propri dati personali.

Infatti, dopo solo una settimana dall’attivazione del sito Imps, risalente a marzo 2018, già 300 mila utenti avevano compilato il finto modulo per la richiesta del reddito di cittadinanza, diventando successivamente oltre 500 mila. Ars Digitalia ha specificato che i dati incautamente inseriti dalle persone che sono cadute nel tranello non sono stati registrati, ma lanciano l’allarme su quello che sarebbe loro potuto succedere se questi dati fossero finiti nelle mani sbagliate.

Ma per loro fortuna, questa volta, si è solo trattato di uno scherzo ‘Made with love from Naples by Ministero dello sviluppo ergonomico’.