Aveva depositato una somma di denaro vicina ai 2 milioni di euro Don Alessandro Menzio (76enne), ex parroco, ormai in pensione, della chiesa Gran Madre di Dio a Torino. Secondo quanto si apprende dalla stampa locale e nazionale, il sacerdote avrebbe acquisito l'ingente somma di contante con le offerte dei fedeli, depositandoli quindi all'estero. Non appena però il religioso è andato in pensione, questi soldi sono comparsi su un conto corrente di una banca italiana. Proprio questa operazione ha portato i militari delle Fiamme Gialle del capoluogo piemontese ad aprire un fascicolo di indagine per appropriazione indebita nei confronti del sacerdote e anche di suo fratello.

Indagini scattate nel 2016

Tutta l'indagine è cominciata nel 2016, proprio quando il religioso, ormai anziano, andò in pensione. Il rientro dall'estero di tutto quel denaro ha ovviamente insospettito gli agenti, come detto in precedenza. Il contante è stato, ovviamente, posto sotto sequestro, almeno fino a quando le indagini non saranno portate a termine. La legge è chiara circa il reato contestato al religioso e al fratello: infatti, per poter procedere con l'inchiesta aperta dagli inquirenti, è necessario che qualcuno che crede abbia subito una truffa denunci tutto all'Autorità Giudiziaria.

Il caso, secondo quanto si apprende anche da Repubblica, potrebbe o procedere, oppure andare incontro alla chiusura definitiva.

Ed è stata proprio la parrocchia, ad oggi, a denunciare il presunto furto subito. Ai due indagati la Procura ha inviato una lettera che informa loro della conclusione delle indagini riguardo al presunto reato contestato ad entrambi. Non sono certo momenti facili per il parroco, che, comunque, non avrebbe toccato un solo euro dal conto, almeno così riferisce il quotidiano La Stampa.

Probabilmente, il sacerdote si era rivolto alla banca svizzera per proteggere le donazioni dei suoi fedeli. Si tratta, comunque, di una figura molto discussa, anche a Torino stessa, poiché, nel corso della sua ventennale carriera da religioso, ha preso posizioni particolari riguardo l'immigrazione e perché sospettato di spendere i soldi donati dai fedeli in un noto ristorante torinese.

I parrocchiani, comunque, lo ricordano bene e seppur il sacerdote, come ogni essere umano, potesse avere dei difetti, tutte le voci sono sempre state concordi che "comunque non è un ladro". Per la sua parrocchia avrebbe, infatti, dato veramente tutto.

Chiesa al centro di numerose leggende, come quella del Santo Graal

Anche il luogo, così come il suo ex reggente, è davvero particolare. Chi si interessa di misteri, sa che la chiesa intitolata alla Gran Madre di Dio, è uno dei luoghi in cui esoteristi e sedicenti ricercatori dell'occulto credono sia custodito il Santo Graal, ovvero il calice che Gesù Cristo usò durante la sua Ultima cena per versare e bere il vino assieme ai suoi apostoli. Leggenda, invece, non sono i 2 milioni di euro custoditi dal parroco in Svizzera: la vicenda avrà sicuramente dei chiarimenti nei prossimi giorni.