Quando gli agenti gli hanno notificato sul posto di lavoro l'ordine di arresto con la pesante accusa di violenza nei confronti della figlia minorenne, l'uomo, un militare di 45 anni, ha abbassato la testa ed è rimasto in silenzio. Il genitore, originario dell'Agro Pontino e residente nell’hinterland romano, ad Anzio, avrebbe abusato della piccola, oggi 15enne, per ben cinque anni. Ma solo nelle ultime settimane la ragazza ha trovato la forza di raccontare quello che accadeva quando rimaneva da sola con il padre, da anni separato dalla moglie.

Una testimonianza drammatica che ha fatto partire le indagini, al termine delle quali, sabato 16 febbraio, è arrivata la misura cautelare – stabilita dal Gip del Tribunale di Velletri, Ilaria Tarantino – nei confronti del presunto orco, che è stato in seguito trasferito in carcere a disposizione dell'autorità giudiziaria.

Le indagini sono partite dalle rivelazioni della giovane vittima

Tutta l’inchiesta si è svolta nel massimo riserbo. Gli assistenti sociali hanno immediatamente contattato il personale della scuola frequentata dalla giovane per accertare, con tutte le cautele possibili, la fondatezza delle rivelazioni della vittima. Durante un’audizione protetta la 15enne è stata ascoltata dei magistrati della Procura di Velletri: davanti ad uno psicologo, la ragazza ha ripercorso tutti gli abusi subiti dal padre.

Un’esperienza per nulla facile, ma che ha comunque permesso di chiarire la sua terribile storia, un vero e proprio calvario, capace di segnare pesantemente un'intera vita, come ha spiegato il comandante della Polizia locale di Anzio, Sergio Ierace.

Una volta trovati numerosi riscontri al suo racconto, le forze dell’ordine si sono recate in caserma per arrestare il militare.

Le reazioni dell’Esercito: presto il militare sarà sospeso

Naturalmente la vicenda ha avuto vasta eco negli ambienti dell’Esercito. Le autorità preposte hanno avviato le procedure per ottenere al più presto la sospensione del militare, esprimendo “profondo sdegno” per quanto accaduto.

Lo Stato Maggiore delle Forze Armate ha diffuso una nota in cui assicura la massima collaborazione agli inquirenti e ribadisce la gravità del comportamento dell’uomo coinvolto, reso ancor più riprovevole ed inaccettabile dalla divisa indossata da quel rappresentante dello Stato.

Anche la ministra della Difesa, Elisabetta Trenta, ha espresso con un messaggio su Facebook la propria vicinanza alla povera vittima.