Succede a Brescia, dove una donna è stata licenziata per avere utilizzato Facebook durante le ore di Lavoro. La lotta ai social network all'interno di uffici e luoghi di lavoro va avanti ormai da tempo ed i datori di lavoro cercano sempre più di controllare i movimenti dei propri dipendenti. A finire nei guai, nell'ultimo periodo, è stata una segretaria di uno studio medico che, secondo il suo datore di lavoro, utilizzava troppe volte il noto social network invece di lavorare. La donna è stata quindi licenziata e si è rivolta alle autorità giudiziarie nel tentativo di riuscire a mantenere il suo posto di lavoro, accusando la controparte di violazione della privacy.
Il datore, chiamato in causa, ha quindi deciso di portare come prova alcuni dati contenenti il quantitativo di accessi a internet effettuati dalla segretaria, nonché la durata di ogni sessione di navigazione. Ben 6.000 accessi ad internet di cui 4.500 solo su Facebook e la maggior parte delle sessioni di collegamento al social network erano abbastanza significative.
Licenziata per avere utilizzato Facebook: la cassazione conferma il licenziamento
I tentativi della donna di riuscire ad attrarre a sé la ragione sono risultati vani, poiché la cassazione ha confermato in via definitiva il licenziamento disciplinare, accusando la donna di avere utilizzato un atteggiamento poco etico in merito al ruolo rivestito ed al luogo di lavoro in cui esercitava.
Secondo quanto comunicato dal giudice, non vi è stato nessun tentativo di violazione della privacy, contrariamente a quanto affermato dall'imputata, poiché il datore di lavoro è libero di controllare i movimenti che ogni singolo dipendente effettua con il computer della propria azienda.
Gli accessi da parte della segretaria, infatti, sono stati effettuati tramite il computer dell'azienda e, causa ben più grave, durante l'orario di lavoro.
Vi è la possibilità che la donna sia entrata su Facebook quando all'interno dello studio non vi era nessun paziente, ma il numero elevato di accessi ha attirato l'attenzione del suo superiore, causando il suo licenziamento immediato.
Facebook ed i social contro l'etica del lavoro
Nel caso della segretaria licenziata, la sua colpa era stata quella di avere dedicato a Facebook troppo tempo durante il turno di lavoro, mentre in altre occasioni i social network sono stati causa di licenziamenti per un utilizzo errato da parte dei dipendenti.
Girando per il web è possibile imbattersi in storie di dipendenti che sono stati licenziati per avere offeso il datore di lavoro attraverso i social o per avere pubblicato contenuti contro l'azienda in cui lavorava.
La battaglia tra social network e lavoro continua ad andare avanti senza freni.