Scoperta a Napoli un'ingegnosa truffa sulla benzina ai danni degli automobilisti. La Guardia di Finanza ha apposto i sigilli a due distributori del centro cittadino che, attraverso diversi sistemi, erogavano aria al posto del carburante, truffando gli ignari clienti.

Il funzionamento della truffa dell'aria al posto della benzina

Molti automobilisti napoletani, non si sa per quanto tempo, hanno fatto alle loro auto un pieno d'aria più che di benzina. La truffa è stata scoperta dagli uomini del nucleo di Polizia Economico-Finanziaria del capoluogo campano, guidati dal colonnello Domenico Napolitano.

I finanzieri, infatti, hanno appurato che due stazioni di servizio situate su arterie molto trafficate - via Marina e via De Gasperi - avevano adottato ingegnosi sistemi per far pagare ai loro clienti una quantità di benzina o gasolio superiore a quella effettivamente immessa nei serbatoi.

In uno degli impianti, i sistemi attraverso cui veniva messa in atto la frode erano addirittura due: su una colonnina era montato un dispositivo azionato da un telecomando che il benzinaio teneva in tasca, e attraverso il quale veniva bloccata l'erogazione del carburante, ma non il costo. Una seconda colonnina, invece, era stata dotata di una piccola leva, opportunamente nascosta in un tombino, che faceva girare il contatore del prezzo "a vuoto".

In entrambi i casi, il risultato era quello di far pagare agli automobilisti l'aria come se fosse benzina.

Diverso, invece, il meccanismo scoperto nel secondo distributore che aveva fatto ricorso al sistema dei "piombi amovibili" che consentiva al benzinaio di rimuovere i sigilli e manipolare i totalizzatori del carburante erogato.

In questo modo i gestori potevano "scalare" le quantità erogate dalla colonnina evitando, così, di contabilizzare una parte del venduto.

Ipotesi carburanti di contrabbando dietro la truffa della benzina

Entrambi i distributori, appartenenti uno ad una "pompa bianca" - cioè non gestita da una delle principali compagnie distributive - e l'altro alla Total Erg, sono ovviamente stati posti sotto sequestro dalla Guardia di Finanza, anche perché uno dei due impianti era privo del certificato antincendio.

Le indagini proseguono ora anche su altri possibili reati connessi alla accertata truffa ai danni degli automobilisti.

Si sospetta, infatti, che la disparità tra benzina e gasolio erogati e quanto registrato possa essere stato coperto da carburanti di contrabbando, cioè provenienti dall'estero e mascherati da oli lubrificanti e, per questo, non soggetti alle accise previste.