Una scritta a caratteri cubitali “Che la sicurezza sia con voi”, posta un tempo a sovrastare l’ingresso di un impianto chimico nella città di Yancheng, nella provincia orientale dello Jiangsu in Cina, giace ora paradossalmente sepolta tra le macerie di quello che sarebbe dovuto essere un luogo garantito da estreme misure di sicurezza e che, invece, ha causato, lo scorso 21 marzo, morti e feriti a seguito di una terribile esplosione. Dai dati forniti dalle autorità locali è emerso che le vittime ammontano a 62 mentre i feriti superano i 500. Ben 86 i mezzi dei vigili del fuoco che sono stati inviati per soccorrere i feriti tra cui alcuni bambini raggiunti dalle fiamme e che si trovavano in una scuola posta a pochi chilometri di distanza dal centro della catastrofe.

Le cause e le testimonianze

Sono ancora da stabilire con certezza le cause della terribile esplosione che ha determinato anche uno shock sismico di magnitudo pari a 2.2 e che ha causato danni ad abitazioni nel raggio di sei chilometri. L’azienda, nota per la produzione di fertilizzanti, era già stata multata in passato per non aver rispettato alcune norme riguardanti la sicurezza. Le indagini sulle cause del disastro proseguono senza interruzioni e da alcune testimonianze pare che la deflagrazione sia stata causata dall’esplosione di un tir che trasportava gas metano in sosta in un’area riservata allo stoccaggio di materiali infiammabili. Un testimone dell’accaduto, in un’intervista rilasciata al Beijing News, ha dichiarato che l’onda d’urto ha scaraventato in aria diversi lavoratori per svariati metri, nonostante si trovassero a un chilometro di distanza dalla deflagrazione.

Danni si sono registrati anche a distanze maggiori: alcuni operai hanno visto collassare il tetto della loro fabbrica situata a tre chilometri dal centro dell’esplosione.

Gli interventi dello Stato

Nonostante le autorità competenti si siano affrettate a rassicurare l’opinione pubblica circa i valori d’inquinamento registrati e che rientrerebbero nei limiti di sicurezza, molto sgomento e preoccupazione desta ancora la vicenda tra i cittadini della città cinese che temono conseguenze ambientali molto gravi.

Fonti ufficiali dichiarano che non si è verificata alcuna perdita pericolosa di agenti chimici nell’aria. Il presidente Xi Jinping ha affermato che lo Stato si occuperà di limitare i danni e prendere misure preventive per evitare altri disastri simili a questo. L’impianto chimico fa parte di un parco commerciale che comprende altre sedici fabbriche, ora sottoposte a severi controlli.Non è il primo disastro che si verifica in Cina: nel novembre scorso un camion cisterna contenente combustibile è esploso a 100 chilometri da Pechino in prossimità dello spazio predisposto per le Olimpiadi invernali del 2022.