Daniele Nardi e Tom Ballard sono morti nel tentativo di scalare il Nanga Parbat, la nona montagna al mondo per estensione (8 mila metri), passando per lo sperone Mummery che non è stato mai scalato a causa dei pericoli che esso contiene, come le frequenti valanghe e il clima abbondantemente sotto lo 0 nella stagione invernale. Dei due alpinisti si erano perse le tracce il 24 febbraio. Grazie al potente telescopio dello scalatore basco Alex Txikon è stato possibile avvistare due sagome che poi ulteriori ricerche hanno confermato essere quelli di Daniele e Tom.

Ieri un altro scalatore italiano, Simone Moro, ha dato disponibilità nel tentare un difficile ma ''tecnicamente possibile'' recupero dei corpi rinvenuti a 5900 metri a ridosso del campo 4 posizionato sullo sperone Mummery. Oggi, però, la famiglia di Tom ha negato l'autorizzazione al recupero del 31 enne.

Tom Ballard, la famiglia dice no al recupero del corpo

''Per rispettare l’etica e quella che sarebbe la sua volontà, vogliamo che i resti di Tom diventino parte del Nanga e quindi non autorizziamo la rimozione del corpo'', queste le parole pronunciate dalla famiglia di Tom Ballard, a stretto giro c'è stata anche la presa di posizione della moglie di Daniele Nardi la quale ha, per il momento, escluso qualsiasi iniziativa di recupero in corso: ''Non ci sono iniziative in corso ed eventuali iniziative di recupero saranno prese in forma privata''.

Moro ha ammesso di essere stato contattato da persone vicine ai due alpinisti, le quali avrebbero chiesto la fattibilità di un ipotetico intervento di recupero e, secondo quanto dichiarato da Simone Moro, questo intervento sarebbe difficile ma tecnicamente fattibile. Proprio nell'eventualità che si procedesse al tentativo, era stata aperta una raccolta fondi che ha racimolato più di 150 mila euro.

Con la mancata autorizzazione delle due famiglie coinvolte, è possibile che questa somma di denaro venga devoluta per aiutare le scuole pakistane e altri aiuti umanitari nei quali Daniele era molto attivo.

Daniele e Tom Ballard, Simone Moro: ''Se serve parto domani''

Moro ha risposto a chi ha considerato inopportuna la sua proposta, che recuperare i corpi in sicurezza sarebbe possibile oltre che importante dal punto di vista umano ma non solo, anche per quanto riguarda i numerosi aspetti economici e giuridici. Infine, ha ribadito la sua disponibilità: ''Se serve parto domani“.