Purtroppo le ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard in Pakistan sono terminate. La brutta notizia è stata annunciata oggi sabato 9 marzo da Giuseppe Pontecorvo, l'ambasciatore italiano in Pakistan. Alex Txikon, un grande nel settore dell'alpinismo e che con il suo gruppo si è messo a disposizione delle ricerche, ha avvistato le sagome di Daniele e Tom sul Mummery a circa 5900 metri, grazie ad un potente telescopio. I ragazzi erano scomparsi dal 24 febbraio scorso, giorno in cui c'era stata l'ultima comunicazione con Nardi, il quale raccontava di essere parecchio stanco e di aver sicuramente superato i 6000 metri del Mummery.

La grande impresa di Nardi e Ballard

I giovani scalatori Daniele Nardi e Tom Ballard, rispettivamente di 42 e 31 anni, sono probabilmente cresciuti entrambi con specifici sogni e obiettivi notevolmente ambiziosi, difficili da fermare. Nardi, nato a Sezze, in provincia di Latina, aveva già scalato con successo le due montagne più alte al mondo, l'Everest e il K2. Tom Ballard, nato in Inghilterra e cresciuto in Scozia, era figlio della nota scalatrice Alison Jane Hargreaves, la quale si arrampicava sulle montagne anche mentre era incinta dello stesso Tom, anche lui era cresciuto con gli stessi sogni intraprendenti della madre e che ha sempre voluto onorarla, dedicandole le sue grandi imprese.

Scalare il Nanga Parbat in inverno era vista da molti come un'iniziativa al limite dell'impossibile, che già aveva portato alla morte di Günther Messner nel 1970.

Nardi e Ballard erano desiderosi di entrare nella storia dell’alpinismo con una grande performance: quella di scalare in inverno la nona montagna più alta al mondo, una impresa rischiosa che purtroppo è costata la vita ai due giovani ragazzi.

Al momento la maggiore ipotesi è che sia successo qualcosa durante la discesa, poiché in seguito al 24 febbraio le comunicazioni si sono per sempre interrotte.

Secondo Daniele la discesa al campo 4 era obbligatoria a causa del forte vento.

Il messaggio di Nardi a suo figlio

Daniele Nardi era un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile e che non si arrendeva mai, era proprio così che il giovane avrebbe voluto essere ricordato, come aveva scritto in un messaggio dedicato al figlio nell'eventualità che non sarebbe più tornato: ''Vorrei essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile e che non si è arreso", incitando suo figlio a non arrendersi e non mollare mai in nessuna circostanza che la vita gli porrà davanti. Il messaggio al figlio così prosegue: “Datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano si che la pace sia una realtà e non soltanto un'idea, vale la pena di farlo!”.