Il pullman incendiato da Ousseynou Sy ha destato scalpore e rabbia, la politica tutta o quasi ha condannato il terribile gesto del senegalese. L'uomo, che è cittadino italiani da molti anni, ora si trova nel carcere di San Vittore e non mostra alcun segno di pentimento, anzi, rivendica il gesto e dichiara di essere pronto a compierlo altre 100 volte.

Pullman in fiamme, senegalese contestato anche in carcere

Il senegale sequestratore non chiede perdono per quanto fatto, rivendica veemente il suo attacco e davanti ai magistrati spiega il motivo: "Era una cosa che dovevo fare...l'ho fatto per mandare un segnale all'Africa, per far rimanere gli africani in Africa" ha detto. Parole dure che evidenziano la determinazione dell'attentatore, frasi che come ribadisce anche il Corriere confermano la matrice terroristica del suo gesto. L'autista del pulmino non ha paura neppure del lungo processo e del giudizio che nel corso del tempo dovrà affrontare, in particolare quello giudiziario: "L'avevo messo in conto, non fa niente...il mondo doveva parlare di me" ha raccontato al suo legale.

Dopo l'attacco premeditato, per lui, si sono subito aperte le porte del carcere di San Vittore: gli altri detenuti lo hanno accolto tirandogli arance e uova, cosa che non gli ha permesso di dormire per tutta la notte. Ousseynou Sy si trova nel quinto raggio del carcere, ovvero l'ala dove sono rinchiusi i prigionieri che per vari motivi non possono stare insieme agli altri. Nel codice carcerario, dove le regole le fanno i detenuti, chi tocca i bambini subisce diverse angherie e violenze anche dentro la prigione. Si tratta di una sorta di pena "accessoria" alla quale il senegale dovrà fare i conti per molto tempo. Ieri è arrivato in carcere con dei jeans, una maglietta bianca, una camicia a scacchi e delle ciabatte ai piedi: i vestiti che portava durante il suo folle gesto, come riportato dal Corriere, si sono in parte bruciati.

La terribile disavventura passata da quei 51 ragazzi e dai loro insegnanti rimarrà per sempre impressa nella loro mente.

Matteo Salvini si è impegnato a vederci chiaro

In molti si sono chiesti come un personaggio del genere, con precedenti per violenza su minori e guida in stato di ebrezza, potesse guidare un pulman con dei bambini. Matteo Salvini si è da subito speso per questa vicenda, impegnando il suo ministero a "vederci chiaro". Il senegalese è stato assunto nel 2004, quando ancora i suoi reati non li aveva compiuti, questo è il motivo per cui nessuno sapeva a chi stavano mettendo in mano i bambini.