Proseguono senza sosta le ricerche di Maria Chindamo, 44enne originaria di Nicotera scomparsa a maggio nel 2016. La donna, imprenditrice agricola, madre di tre figli, possedeva una piccola azienda agricola a Montalto di Limbadi, in provincia di Vibo Valentia.

Rinvenute tracce di sangue all'interno del Suv della vittima

La donna di 44 anni, Maria Chindamo, è sparita il 5 maggio 2016. I Carabinieri della Compagnia di Tropea, in concomitanza agli agenti del Reparto Investigazioni scientifiche di Messina, hanno effettuato sin dal giorno della sua scomparsa, accurate ricerche in tutto il territorio calabrese.

Coordinati dalla Procura di Vibo Valentia, i militari affiancati dai cani molecolari della Polizia Di Stato, hanno rinvenuto pochi attimi dopo dell’inizio delle ricerche alcune tracce presenti nei terreni della località in cui è sparita la donna. Attivi nelle accurate attività di ricerca anche i Vigili del Fuoco che, mediante l’impiego di mezzi meccanici, hanno analizzato anche il sottosuolo dell’area in cui è scomparsa la vittima.

La donna, secondo quanto dichiarato dagli inquirenti, il giorno della sua scomparsa aveva un appuntamento di lavoro con alcuni operai in contrada Montalto, zona dove sorgeva la sua attività. Secondo quanto dichiarato dagli operai che avrebbero dovuto incontrarla, al loro arrivo vi era l’automobile della donna, con il motore acceso, ed alcune tracce molto vistose di sangue sia dentro che fuori il mezzo.

Una lettera indica dove si troverebbe il corpo di Maria

Nel corso delle indagini avviate nel 2016, alcuni dettagli rilevanti sono stati forniti agli inquirenti grazie ad una lettera, inviata all'avvocato della famiglia Chindamo, Nicola Gentile, e alla Procura di Vibo Valentia. All'interno della lettera, secondo quanto dichiarato dagli inquirenti che l’hanno analizzata attentamente, sarebbero stati forniti dettagliati indizi sul luogo dove presumibilmente sarebbe stato seppellito il corpo della donna.

Il luogo indicato nella lettera si troverebbe in una zona limitrofa a quella dove è stato rinvenuto il Suv della vittima. Le indicazioni fornite nella lettera, hanno spinto gli investigatori a richiedere immediati scavi in quella zona che però, attualmente, non hanno dato alcun riscontro.

All'interno della lettera, secondo quanto dichiarato in primis dall'avvocato della donna, sarebbe stato descritto il movente del presunto omicidio della donna che, dopo la morte del marito- suicidatosi un anno prima della scomparsa di Maria Chindamo - «anziché chiudersi in sé stessa aveva impresso una svolta alla sua vita occupandosi direttamente della gestione dei beni familiari». La lettera, soprattutto secondo il fratello della vittima, sarebbe veritiera poiché al suo interno sono state riportate informazioni private riguardanti la donna, che solo poche persone conoscevano.